Matteo Brandi - Canale Ufficiale
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2025 عام في الأرقام

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"La morte di Kirk? Chi semina odio ne paga le conseguenze".
Dicono quelli che etichettano come fascista, razzista, nazista, sessista, omofobo e islamofobo CHIUNQUE si discosti anche solo leggermente dalle loro idee.
Voi che conseguenze dovreste pagare?
Nessuna? Sicuro?
Pensate davvero di essere "i buoni" e di non dover rendere conto a nessuno del vostro fango, delle vostre minacce, delle vostre azioni?
Dall'alto di quale superiorità morale, intellettiva o culturale vi arrogate il diritto di usare le categorie di "odio" e "amore"? Voi, che negate l'esistenza di qualsiasi verità al di sopra del potere, parlate come i custodi dell'unica vera morale?
Vi siete talmente radicalizzati da aver disconosciuto persino la biologia. Ogni giorno siete più isterici, fanatici, avvelenati. Un vortice di bile che risucchia tutto, persino le battaglie giuste, per risputarlo sottoforma di slogan insensati ripetuti a pappagallo con la bava alla bocca.
La vostra ipocrisia è seconda solo alla vostra folle arroganza. E ci porterà nel baratro. A tutti.
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Il parlamento europeo si affrettò a tributare un minuto di silenzio per George Floyd.
Ieri, quando è stato chiesto lo stesso per Charlie Kirk, gli eurodeputati di estrema sinistra hanno cominciato a starnazzare. E alla fine non c'è stato alcun minuto di silenzio.
Cosa sia l'UE noi lo sappiamo da tempo.
Lo avranno capito, almeno stavolta, quello che blaterano di "cambiarla da dentro"?
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Il Ministro degli Esteri polacco ci ricorda anche oggi che in Europa c'è qualcuno che lavora instancabilmente per far scoppiare la terza guerra mondiale.
Per chi non lo sapesse: la Polonia è la prima nazione NATO per investimenti militari in rapporto al PIL. Essendosi proposta come avamposto degli interessi atlantici nell'Est Europa, Varsavia si sta armando fino ai denti. È da anni che porta avanti questo progetto, guardando con interesse alle regioni occidentali dell'Ucraina, in special modo la Galizia, che sotto sotto spera di poter rivendicare come territorio polacco. Ma sarà certamente per un sincero afflato democratico e per la difesa dei valori dell'UE, giusto?
Giusto?🤔
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🔴OMICIDIO CHARLIE KIRK - DIRETTA SPECIALE ALLE 21
Con il preparatissimo Luca Marfè, parleremo dell'omicidio dell'attivista conservatore Charlie Kirk e di come, negli USA (e non solo), si sia arrivati allo scontro totale.
https://www.youtube.com/watch?v=_XigfkqowZY
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01:08
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L'odio cieco che il mondo progressista sta manifestando di fronte all'assassinio di Charlie Kirk dimostra bene quanto in basso possa arrivare chi si sente vittima anche quando ha le mani sporche di sangue.
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Sto leggendo in giro commenti raccapriccianti sull'omicidio di Charlie Kirk. E non solo dalle colonne dei giornalacci.
È da ieri sera che sono profondamente turbato.
Il video mi ha scosso, ma le reazioni di certe persone fanno davvero gelare il sangue.
Questa roba può solo che peggiorare.
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L'assassinio di Charlie Kirk, i droni sulla Polonia, il caos in Francia.
Ne ho parlato a 100 Giorni da Leoni.
https://www.youtube.com/watch?v=X8YgbmOUPpA
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Non sempre ho condiviso le posizioni di Charlie Kirk, specie la sua vicinanza a Israele. Ma si tratta di un attivista che ha scelto di confrontarsi dal vivo con gli avversari, senza filtri, de visu. Con domande e risposte, in dibattiti aperti a chiunque.
Così facendo, ha messo a nudo la deriva ideologica woke nei college americani, ha mostrato l'irrazionalità e le contraddizioni dei "buoni" con il semplice uso della parola.
Nell'epoca della codardia, della diffamazione e del vittimismo, una simile comunicazione acquisisce valore.
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Hanno sparato all'attivista conservatore Charlie Kirk.
Ho avuto la sfortuna di vedere il video.
Terribile. Semplicemente terribile.
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In questi giorni sto a lavorando a un progetto nuovo: portare "Ritorno a Esperia" sulle maggiori piattaforme dedicate ai podcast.
Le puntate verranno tutte "remixate", con tanto di colonna sonora dedicata ed effetti audio. Dall'antichità fino al dopoguerra, dai conquistatori ai visionari, racconterò duemila anni di Italia da un punto di vista nuovo.
Sarà un viaggio immersivo alla riscoperta di noi.
Ringrazio tutti coloro che mi stanno aiutando, con suggerimenti e consigli, a preparare al meglio il lavoro.
A presto!
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La Polonia non perde occasione per presentarsi come eterna vittima, minacciata dalla Russia e costretta quindi a difendersi.
Eppure i numeri parlano da soli: da dieci anni Varsavia aumenta le proprie spese militari, dal 2% del PIL a quasi il 5% previsto nel 2026. Sono stati già superati i 45 miliardi di dollari. Oggi la Polonia è la prima nazione NATO in rapporto al PIL per investimenti militari. La prima. E punta a mantenere questo primato, dichiarandolo apertamente.
E riguardo ai mezzi? Più di 1.300 carri armati ordinati (Abrams e K2 coreani) con il progetto di una produzione propria dal 2028 presso lo stabilimento Bumar-Łabędy a Gliwice. In più, centinaia di obici Krab e K9 Thunder, sistemi Patriot, lanciarazzi HIMARS. La forza aerea passerà da 94 a oltre 128 velivoli moderni, tra F-35, FA-50 e F-16 aggiornati. Non si tratta di una “difesa minima”: è un arsenale in piena espansione, costruito a ritmi superiori a qualsiasi paese europeo.
Riguardo al personale, in pochi anni i polacchi sono passati da circa 100.000 effettivi a più di 216.000, con un obiettivo fissato a 300.000 attivi e la formazione di 100.000 riservisti ogni anno. Totale: mezzo milione di uomini. Varsavia si sta armando fino ai denti, e lo fa proponendosi come baluardo della NATO a Oriente. Un po' come quello che ha fatto la Turchia per anni, con la scusa della difesa degli interessi atlantici in Medio Oriente.
Insomma, dietro la retorica della minaccia, la Polonia sta costruendo la più grande macchina militare dell’Europa continentale. Per cosa?
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L'europeismo è un totalitarismo
🔴 DIRETTA STASERA ALLE 18:30
Con la nomina del quinto Primo Ministro del suo mandato, Emmanuel Macron, punto di riferimento assoluto per gli europeisti di casa nostra, ha mostrato per l'ennesima volta il suo disprezzo per la democrazia e, più in generale, per il popolo francese. Non è la prima volta che succede e non sarà neppure l'ultima: prima o dopo, tutti gli europeisti convinti finiscono per accarezzare prospettive totalitarie. Si tratta di un caso o c'è una ragione dietro a queste parabole?
Ne parliamo nell'appuntamento di oggi di Uno sguardo da Vicino. Come sempre, in diretta dalle 18:30.
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01:24
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Troppi immigrati in giro? E che problema c'è, cari cittadini: ospitateli a casa vostra! Questa l'ultima trovata della giunta Gualtieri a Roma. Sicuramente ora vedremo i benpensanti aprire le porte di casa, giusto?
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Se è vero – come dice Zaia – che quella del Veneto è la prima sanità d’Italia, come mai la professione infermieristica è diventata talmente poco attrattiva che le domande di iscrizione ai corsi di laurea sono crollate tanto da arrivare al 40% di posti vacanti?
Sarà mica che a fronte dei turni massacranti, delle ferie saltate, degli straordinari non pagati, degli stipendi tra i più bassi d’Europa, dei riconoscimenti professionali scarsi e delle carriere bloccate, i giovani scelgono altre strade?
Intanto i numeri parlano chiaro: oggi in Italia mancano 70mila infermieri, di cui 3mila solo in Veneto. L’età media è tra i 51 e i 54 anni e si stima che entro il 2034 molti andranno in pensione, aggravando ulteriormente la crisi.
Un sistema sanitario forte non può reggersi senza infermieri motivati e adeguatamente retribuiti. Finché il lavoro di chi letteralmente tiene in piedi ospedali e reparti continuerà a essere sottovalutato, parlare di “eccellenza” resterà sempre e solo uno slogan.
Pro Italia - Dipartimento Sanità
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Governo Lecornu partito col botto, anzi, coi botti.
Che fenomeno 'sto Macron: pur di non mollare la poltrona all'Eliseo, è prontissimo a veder bruciare tutta la Francia.
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GUERRA CIVILE NEL REGNO UNITO?
Sta girando in queste settimane una spietata analisi firmata David Betz, professore di "War in the Modern World" al King's College di Londra, riguardo a una possibile (e secondo lui inevitabile) guerra civile nel Regno Unito. La società britannica, secondo il professore, mostra spaccature profonde. Il trauma dell’immigrazione incontrollata va di pari passo con il conflitto tra identità culturali, mentre la sfiducia nelle istituzioni è alle stelle. Una fragilità sociale che è sulla strada di implodere in violenza interna.
Secondo Betz, le condizioni che indicano il rischio di guerra civile, ovvero le fratture culturali, la stagnazione economica e la delegittimazione delle élite, sono già tutte presenti nel Regno Unito (e, aggiunge, in Francia).
E mette sul tavolo alcune cifre date dalle proiezioni di studi dedicati: se si parla dello scoppio di una guerra civile, siamo al 4 % di probabilità annua, che sale al 18,5 % in un arco di cinque anni. E se dieci paesi, in Europa, condividono queste condizioni, la probabilità che almeno uno scivoli nel conflitto supera l’87 %.
Betz denuncia il rischio di trasformazione delle grandi città in “feral cities”, in pratica metropoli in cui lo Stato ha perso quasi ogni controllo, dalla polizia alle infrastrutture essenziali. Basterebbero quindi alcuni attacchi mirati (sabotaggio dei trasporti o delle comunicazioni) per scatenare dei "blackout sociali". E le città diverrebbero territori ostili e isolati.
Poi, parlando della possibile risposta militare da parte del governo centrale, asserisce che quest'ultimo non abbia la forza sufficiente a contenere una rivoluzione urbana su larga scala.
Il messaggio finale di Betz è brutale: nel Regno Unito non c’è via d’uscita politica, la normalità finirà “gradualmente, poi all’improvviso”. Serve abbandonare il bias di normalità, riconoscere l’ineluttabilità dello scontro e preparare misure di mitigazione e contenimento, come creare "zone sicure", proteggere i beni culturali e mettere al sicuro l’accesso all'arsenale nucleare. Insomma, i danni possono essere ridotti ma non evitati.
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Macron, alla democrazia, ha messo Lecornu.
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Ci si stupisce sempre della voracità con cui i rampolli Elkann, John in primis, sfasciano l'industria automobilistica italiana. E per carità, va bene: l'indignazione di fronte alla distruzione di un patrimonio che vanta oltre un secolo di storia è inevitabile. Però sarebbe anche l'ora di rendersi conto che siamo di fronte a personaggi che, pur navigando nell'oro dalla nascita, sono prontissimi a fare carte false per sottrarre l'eredità dei nonni alla propria stessa madre.
Non si fanno scrupoli neppure con la loro famiglia, figuriamoci quanto possano fottersene dell'Italia.
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In Inghilterra, vola lo Reform UK di Nigel Farage, dato al 32%, mentre il gradimento di Starmer è crollato al 24% e i conservatori sono a pezzi.
In Germania, decolla l'AfD al 26 %, superando la CDU/CSU (al 24–25 %) e iniziando a crescere anche ad Ovest.
In Francia, il governo macroniano di Bayrou è appena caduto mentre Macron stesso ha solo il 15% dei francesi dalla sua.
Il trio monnezza traballa.
Ottimo.
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