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Matteo Brandi - Canale Ufficiale

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Canale di Matteo Brandi, presidente di Pro Italia

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INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LAVORO Allora, c'è poco da girarci attorno: l'Intelligenza Artificale si abbatterà come un tir contro il mondo del lavoro, mietendo occupati. A ben vedere, è un processo già in corso. Negli USA, su una base di 160 milioni di lavoratori, si stima nella migliore delle ipotesi una perdita del 2,5% dell'occupazione, nella peggiore addirittura un 14%. Per farvi capire: 22 milioni di lavoratori sostituiti dall'IA. Nell'UE, l'OCSE indica un 7% (14 mln) di occupati "rimpiazzabili", ma la percentuale è in realtà molto più alta se consideriamo l'automazione, che alletta soprattutto quando scarseggiano i soldi. Secondo il Fondo Monetario Internazionale (noti filantropi) il 60% dei posti di lavoro è "impattato" dall'IA. Vuol dire che, in un modo o nell'altro, quella percentuale dovrà averci a che fare. Allo stesso tempo, si prevede la necessità di nuove mansioni, nuove capacità, nuove specializzazioni. Che significa questo? Personalmente sto approfondendo la questione e il dibattito oscilla tra il catastrofismo reazionario al fanatismo progressista. I primi pensano, sbagliando, che si possa fermare questa tecnologia, i secondi che vada lasciato libero di svilupparsi perché "tanto è così". Persino a livello geopolitico ci sono differenze che riflettono le diverse strategie riguardo all'uso dell'IA: i cinesi, ad esempio, sviluppano questa tecnologia adattandola ai contesti, risultando più "elastici" (ve ne parlerò in un altro post). C'è una guerra in corso, anche su quel fronte. Io credo, come dicevano i latini, che "in medio stat virtus". Il segreto della convivenza con l'IA è considerarla solo e unicamente come mezzo, mai come fine. Non va divinizzata, non va temuta, va regolata. Chi delegherà a essa totalmente i processi creativi e decisionali finirà per atrofizzare il proprio cervello, risultando meno efficace di chi invece avrà mantenuto attiva la propria materia grigia, maneggiando l'IA senza esserne dipendente. Comunque si tratta di un dibattito spinoso, ma che solleva domande cruciali. E le risposte non ce le darà ChatGPT.
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"Il copione teatrale dell’anti-italiano consiste nell’attribuire all’intera collettività nazionale i difetti specifici ed irripetibili della propria canagliesca personalità individuale, con in più l’ipocrisia del tirarsene fuori e del fingersi un sofisticato lord anglo-scandinavo capitato per caso in un mondo di trogloditi mediterranei." Costanzo Preve È compito di ogni vero patriota combattere questa gentaglia e distruggere il pensiero che li anima.
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GLI EUROPEI PAGHERANNO Questa è l'unica certezza che abbiamo sul possibile trattato di pace in Ucraina: gli europei pagheranno. Pagheranno con i loro soldi l'acquisto di armi USA, come già sta avvenendo, e pagheranno con i propri uomini la "sicurezza" di un'Ucraina ridimensionata. Mark Rutte, segretario della Nato, lo aveva scritto in un sms a Donald Trump: "L'Europa pagherà il suo contributo in modo consistente, come è giusto che sia, e sarà una tua vittoria". Dunque 800 miliardi per il Rearm Europe da una parte (leggasi: tentativo di tenere in piedi l'industria tedesca e francese) e aumento delle spese militari al 5% in seno alla Nato (leggasi: l'UE non conta nulla e senza l'ombrello americano se la fa sotto). Questo si tramuterà in nuove tasse, nuovi tagli al welfare, nuove manovre lacrime e sangue per far "quadrare i conti". Una mazzata, l'ennesima, sulle economie dell'eurozona, già boccheggianti. “I forti fanno ciò che devono fare, e i deboli accettano ciò che devono accettare" scrisse Tucidide quasi 2500 anni fa. L'UE, nemesi dell'Europa, raccoglie ciò che ha seminato. Fine del discorso.
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Negli ultimi tre anni il PIL tedesco ha deciso di prendersi una lunga vacanza: 2022: un timidissimo +1,4 %. 2023: –0,3 % (eh già, recessione). 2024: –0,2 % (per non farsi mancare nulla, un bis). Risultato? In tre anni crescita complessiva: praticamente zero. Un triennio da manuale di stagnazione economica. La cause? Due soprattutto: il taglio della fornitura di gas russo a buon prezzo e il disastro della transizione green. Il primo ha tagliato le gambe all'industria tedesca, soprattutto a quella dell'automotive, che ora sta cercando di riconvertirsi in produzione bellica. La seconda è figlia dell'arroganza e della follia ideologica, dato che i tedeschi credevano di sfruttare la Cina come fornitrice di materie prime per le auto elettriche, e si sono ritrovati un concorrente in grado di schiacciarli coi numeri. Ah, ovviamente questa idiozia cretina è stata imposta a tutta l'UE, perché quando i crucchi decidono di andarsi a schiantare devono portarsi dietro tutto il Vecchio Continente. La Bundesbank ha già avvisato che nel 2025 sarà ancora stagnazione. Insomma: la “grande locomotiva tedesca” (come ci è stata dipinta per anno dagli euroinomani filotedeschi) è ferma in stazione, col motore spento. La realtà è che non è mai stata una locomotiva trainante, bensì una macchina che se ne andava per fatti suoi, schiacciando sotto le sue ruote le altre economie dell'Eurozona, potendo contare sull'assenza di oscillazione del cambio. Karma? No, semplice logica. Quella che dovrebbe suggerirci di lasciare il Titanic europeo prima che sia troppo tardi.
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Forse navali cinesi, con spiccate capacità di attacco e sbarco anfibio, si ammassano in zona operativa compatibile con una azione militare contro Taiwan. @GeopoliticalCenterfb
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Prima di addormentarmi, ho ripreso l'abitudine di leggermi un buon romanzo. Non un saggio, non un articolo di giornale, bensì un racconto. Da amante della scrittura, apprezzo quando trovo un libro in grado di tenermi incollato alle pagine. Tuttavia, esattamente come mi capita con le serie tv, devo spesso fare "slalom" tra boiate woke inserite forzatamente nella trama. Sto leggendo un thriller-horror ben congeniato, che però è costellato di momenti di "politicamente corretto" assolutamente gratuiti. Le figure maschili sono rese grottesche, sempre in bilico tra l'inutile e il becero, mentre spuntano marchette al mondo LGBT e gli inevitabili strali anti-cristiani. Il problema è che si tratta di roba inserita a forza, non congeniali alla storia se non di striscio, come a dire "devo mettercelo". E infatti si tratta del libro di esordio della scrittrice americana, la quale probabilmente si è fatta due conti su quale mondo "accarezzare" per vedersi spianata la strada. Un peccato, perché il libro è buono, l'idea è interessante, il ritmo coinvolgente. Questo dice molto su quell'egemonia culturale di cui dobbiamo liberarci per rompere le catene che bloccano scrittori, musicisti e artisti di ogni tipo. Spero di riuscire a contribuire a questa liberazione, nel mio piccolo.
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NON ANDRANNO MAI AL FRONTE Per quanto strillino dalla mattina alla sera, come se si trovassero sul divano davanti a una partita di calcio, non andranno mai al fronte. Non ci andranno i Calenda, benestanti annoiati che si battono dietro una trincea di gin tonic. Non ci andranno le Picierno, isteriche maestrine della censura e delle liste di proscrizione. Non ci andranno i Grieco, pappagalli depensanti incapaci di partorire un pensiero proprio. Non ci andranno i Mentana, sovrani delle menzogne a reti unfiicate per teledipendenti. Non ci andranno i Tajani, camerieri scattanti privi di spina dorsale e pronti a tutto per una mancia. Non ci andranno le Schlein, eroine glitterate del wokismo, nemiche del dubbio fascista. Non ci andranno tanti eroi da salotto, tanti guerrieri della domenica. Ai quali non frega niente del massacro in corso, purché vinca la squadra del cuore. O meglio, del culo. Il loro.
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Sembra che qualcuno abbia fiutato la fine della propria carriera politica e stia facendo di tutto per guadagnare tempo. 👉 Segui PRO ITALIA 🇮🇹
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Sta andando pressappoco così.
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Alla fine l'unico "argomento" rimasto ai fanatici dell'UE per giustificare l'adesione a questo manicomio a dodici stelle è "dove andrebbe l'Italia senza..." Andrebbe più lontano, ecco la risposta. Stando nell'UE l'Italia conta molto meno a livello internazionale. Siamo spettatori paganti, in un teatro vuoto. È dunque un non-argomento, una semplice bugia. Non è nemmeno l'ultima freccia all'arco degli europeisti: la loro faretra è vuota. Questi piccoli autorazzisti, più fanatici a sinistra e più pavidi a destra, hanno fatto perdere alla nostra nazione più di trent'anni di sviluppo. Non solo i Prodi, i Monti, i Carli o i Draghi, ma tutto il mefitico coro del "ce lo chiede l'Europa", dai giornalisti agli intellettuali. Per quanto ancora accetteremo di essere derubati del nostro futuro da questi traditori?
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Zelensky: "Che si lasci la questione dei territori tra me e Putin." - Rivoglio il Donbass. - No. - Rivoglio la Crimea. - No. - Rivoglio... - No.
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Non vorrei essere nei panni dei giornalisti europeisti ultra-atlantisti nelle prossime settimane. Come spacciare una sconfitta per una vittoria? Come trasformare una perdita territoriale in una conquista? Preparatevi ai più funambolici giri di parole che si possano immaginare.
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Un quadro, della situazione.
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LO STATO UMILE L'idea di Stato di Pro Italia Le istituzioni pubbliche sono sempre più incapaci di assolvere alle proprie funzioni. Sicurezza sparita, sanità al collasso, infrastrutture in declino... Sono i risultati di uno Stato che si è privato delle leve politiche ed economiche per compiere il proprio dovere. Ma quello stesso Stato è sempre più opprimente nei confronti delle persone normali. Ogni giorno impone nuovi limiti, controlli, sacrifici: in nome di un imprecisato bene comune, schiaccia ogni libertà. È ciò che chiamiamo Stato-maestrina. E rende la vita insopportabile. Per reagire all’arroganza dello Stato-maestrina e dei suoi tentacoli, abbiamo bisogno di una nuova forma di Stato. Abbiamo bisogno di uno Stato umile. Cos'è lo Stato umile? È un'istituzione consapevole dei propri limiti, che non pretende di redimere o di pacificare la società. Al contrario, contempla la possibilità del conflitto, persino nei suoi confronti. Lo Stato umile non si pone come orizzonte ultimo dell'esistenza umana, non pretende di orientare la vita di ogni persona ma si offre come mezzo per la realizzazione di ogni individuo. Nello Stato umile la libertà non è semplice libertà di fare, tanto cara ai liberali e ai feticisti del mercato globale. E non si riduce neppure alla libertà dal bisogno, tipica dei socialismi. Nello Stato umile la libertà è libertà di diventare, ossia libertà di decidere cosa fare di sé e farsi carico di questa scelta. Lo Stato umile non è un tutore, è un cavalier servente: bilancia i poteri economici, preserva una democrazia sostanziale, punisce i prepotenti, offre infrastrutture, sanità, istruzione e lavoro. Cerca, insomma, di creare il contesto più adatto alla realizzazione degli individui. Ma si ferma qui. Non domina lo spazio della comunità, non ambisce a colonizzare l’interiorità degli individui. Riconosce spazi in cui non può entrare e che deve rispettare, dalle mura domestiche al cuore delle persone. PRO ITALIA 🇮🇹
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Zelensky sniffa la lacca della Von Der Leyen.
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L'attacco dell'Unione Europea alle nostre auto non è casuale. L'auto è un simbolo e un mezzo di libertà personale. L'Italia stessa è rinata nel dopoguerra correndo su quattro ruote, riscoprendo se stessa e la gioia di vivere. Tutto ciò è visto come fumo negli occhi da chi pretende ZTL ovunque, limiti alla circolazione, autovelox a pioggia. L'ideale di cittadino, per queste stramaledette maestrine, è un individuo innocuo, sottomesso e FERMO. Noi non ci stiamo: Pro Italia sta con gli automobilisti. Dietro alla retorica green e all'ossessione securitaria c'è solo un palese ATTACCO ALLA NOSTRA LIBERTÀ. 👉 Segui PRO ITALIA 🇮🇹
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Zelensky: "Putin si ferma solo con la forza e Trump ce l'ha." Praticamente sta invocando lo scontro diretto tra USA e Russia. Tradotto: la terza guerra mondiale. Questo sniffa la lacca della Von der Leyen.
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00:50
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Tanta gente è uscita devastata mentalmente dalla propaganda terroristica durante il COVID. Ancora oggi, in troppi cadono nella promessa di vivere in una società senza rischio. Ma è una follia.
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15.09 MB
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La retromarcia, anzi, la rotta del ministro della salute Schillaci sulla commissione vaccini, per via della presenza degli "eretici" Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, dimostra ancora una volta la pavidità di questo governo. E soprattutto mostra la subalternità culturale nei confronti della narrazione dominante che trova, come sempre, fanatici esecutori a sinistra e pusillanimi fiancheggiatori a destra. Ve l'avevo detto: non vedremo alcun reale processo alle vergogne degli anni scorsi. Il motivo? Sono tutti coinvolti e nessuno può giudicare. No, non parlo (solo) di meri premietti monetari. Fare una scelta significa prendersi le proprie responsabilità, che si tratti di salute o dispute internazionali, e la classe dirigente italiana rifugge da tutto ciò. E i risultati si vedono.
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SONDAGGIO. La guerra in Ucraina🇺🇦🇷🇺, secondo voi, finirà..Anonymous voting
  • Quest'anno, con lo smembramento dell'Ucraina.
  • Quest'anno, con l'annessione degli oblast orientali alla Russia
  • Quest'anno, con il ritiro russo e nuovi accordi.
  • Il prossimo anno, con l'annessione degli oblast orientali alla Russia.
  • Il prossimo anno, con lo smembramento dell'Ucraina.
  • Il prossimo anno, con il ritiro russo e nuovi accordi.
  • Tra molto più tempo.
  • Non finirà. Anzi, il conflitto si allargherà.
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