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BIANCHI: UNA VITTORIA A METÀ. PERCHÉ LA RUSSIA NON OTTERRÀ CIÒ CHE CERCAVA
Se si tengono presenti gli obiettivi che hanno spinto la Russia ad intraprendere l'Operazione Speciale in Ucraina, dice Bianchi, è chiaro che Putin sta vincendo dal punto di vista tattico, ma strategicamente non otterrà ciò che auspicava, e cioè la messa in sicurezza del Donbass e del proprio Paese. Alla Russia resteranno Crimea e Donbass, ma il resto dell'Ucraina entrerà a far parte dell'Impero statunitense: una colonia, con tanto di contratto di sfruttamento del sottosuolo e di permesso di tenere militari e contractors sul proprio territorio.
La verità è che l’Impero agisce al di fuori di qualsiasi regola e gli è concesso tutto: affondare navi venezuelane, appoggiare uno sterminio. La Russia non utilizza questi metodi, non ha intenzione di radere al suolo Kiev e non lo farà. È proprio questa asimmetria, tuttavia, a segnare il limite dell’azione russa e di un successo sul campo che rischia di tradursi in una sconfitta strategica.
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Il mondo è di chi fa progetti e questo è il progetto per il nostro Occidente, pensato e composto da decenni, preparato, guidato, tessuto con perizia e pazienza mentre voi vi distraete. Se poi qualcuno ha l’ardire di farvelo notare, sarà sicuramente un complottista. L’importante è che non vi venga neanche per l’anticamera del cervello il dubbio che il mondo va, più o meno per come qualcuno l’ha progettato, che le strategie non esistono e che tutto accade come lo vedete, a caso, azione-reazione.
Un tizio maligno dopo venti anni di proscenio mondiale, accorpato addirittura nei G8, con cui abbiamo fatto lingua in bocca per anni ed anni, una mattina si sveglia e si ricorda che lui è l’erede di Pietro il Grande, invade l’Ucraina e noi ci alziamo come un sol uomo al grido di “Libertà, Liberta!”. Da qui alla Nuova Israele è un attimo, segue Armageddon. Valore dei classici…
Da un articolo di Pierluigi Fagan dell'ottobre 2023
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Dopo la decisione dell'UE di includere la Russia nell'elenco dei Paesi ad alto rischio di riciclaggio di denaro, le banche di Armenia e Serbia hanno iniziato a rifiutare ai russi l'apertura di conti e l'esecuzione di operazioni. Il servizio viene interrotto senza spiegazioni, invocando il "complyance interno", anche per i residenti e le imprese. Le banche del Kazakistan, del Tagikistan e dell'Oman hanno intensificato i controlli sui trasferimenti di denaro. Ciò è dovuto alla pressione dei regolatori internazionali e al timore di sanzioni secondarie, simili a quelle della lista nera FATF.
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L'ESULE - Timur Mindich, il protagonista del recente scandalo di corruzione in Ucraina, poi fuggito dal Paese, è stato fotografato in Israele dai giornalisti di Ukrainskaya Pravda.
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🇮🇱🇵🇸 ISRAELE GETTA LE BASI PER L'OCCUPAZIONE PERMANENTE DI GAZA
Le immagini satellitari analizzate da Forensic Architecture e pubblicate da Drop Site News mostrano che dal cessate il fuoco del 10 ottobre, Israele ha costruito almeno 13 nuovi avamposti militari all'interno di Gaza, ha ampliato e migliorato 48 avamposti esistenti, ha costruito nuove strade militari e ha continuato la distruzione su larga scala di proprietà palestinesi.
Gran parte di questa attività è concentrata a est della cosiddetta “linea gialla”, un confine iniziale di ritiro che lascia comunque a Israele il controllo di più della metà della Striscia di Gaza, nonostante le disposizioni del piano di cessate il fuoco affermino che Gaza non sarà occupata o annessa.
L'inchiesta documenta una sistematica riorganizzazione della geografia di Gaza: strade che collegano le basi e gli insediamenti israeliani alle posizioni all'interno di Gaza, il reindirizzamento del corridoio di Magen Oz a Khan Younis affinché passi completamente sotto il controllo israeliano e demolizioni in aree non precedentemente distrutte, in particolare nella parte orientale di Khan Yunis e a Rafah.
Ciò costituisce una strategia deliberata per stabilire “fatti sul campo”, dividere Gaza e consolidare la presenza militare israeliana a lungo termine, contraddicendo direttamente gli impegni dichiarati di ritiro e segnalando l’intenzione di rendere permanente l’occupazione sotto la copertura dei negoziati di cessate il fuoco.
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L’UE ha partorito il Digital Services Act, meccanismo censorio che può sanzionare in maniera perfettamente arbitraria (cioè senza passaggio attraverso organi giudiziari) qualunque contenuto che venga ritenuto “disinformazione”, cioè qualunque contenuto che non sia allineato all’esecutivo europeo e sia significativamente influente.
L’UE sostiene sistematicamente che le elezioni con esiti avversi alla propria agenda sono illegittime e vanno ripetute, che i vincitori di elezioni con agende antieuropeiste vanno arrestati, che i partiti euroscettici vanno messi fuori legge anche se hanno la maggioranza delle preferenze.
Mentre nelle nostre scuole le ore di educazione civica vengono prese in ostaggio da piazzisti porta a porta delle meraviglie dell’Europa Unita, mentre carriere accademiche si decidono attraverso l’erogazione di grants europei, concessi a progetti o rigorosamente innocui o proni all’agenda eurocratica, mentre si procede a tappe forzate verso il portafoglio digitale – con cui le sanzioni oggi erogate a Jacques Baud potranno essere più ampie, rapide e diffuse – mentre tutto questo accade, la popolazione europea continua in gran parte a sonnecchiare.
I liberali libertari vogliono più libertà solo per i detentori di capitale.
I progressisti canticchiano “Bell* ciao” e inseguono fascisti immaginari.
I gruppi del dissenso sono troppo intenti ad essere gelosi o maldicenti gli uni degli altri per occuparsi d’altro.
La destra sovranista continua a vendersi la patria a pezzi in cambio di poltrone e foto opportunity.
Vecchi europeisti rintronati continuano a trastullarsi col “sogno europeo” perché possono fare benzina oltre confine senza mostrare i documenti.
Gli industriali, sempre più dipendenti dalle europrebende, stanno muti di fronte ad un’UE capace per la prima volta nella storia europea di coltivare rapporti catastrofici con tutto il resto del mondo: sul piede di guerra con la Russia, relazioni distrutte con la Cina per la “via della seta”, cacciati a calci dall’Africa, disprezzati dagli USA.
Gli unici a prosperare sono gli yes-men, i conformisti di lusso, gli ingranaggi di alto bordo, gli inservienti dell’accademia, gli ingranaggi della magistratura.
Pochissimi sembrano avere una comprensione della gravità di questa transizione storica, in cui, nelle istituzioni di quella tonnara chiamata Unione Europea, omini e donnine a pagamento, dipendenti da rarefatte oligarchie finanziarie, stanno portando a compimento gli ultimi passi per un assoggettamento integrale e irrevocabile dei cittadini europei: assoggettamento culturale, economico, materiale, comportamentale. Assoggettamento diverso però da quello delle autocrazie, perché brado, opaco, acefalo, privo anche di quel piccolo lusso che consta nel conoscere il volto di chi ti opprime. Al comando non è un uomo solo al balcone, ma un apparato autoperpetuantesi, un apparato messo in piedi da un sistema di lobby finanziarie, un apparato privo di un progetto che non sia quello del potere per il potere, l’estrazione di valore fine a sé stessa, per cui l’Europa e i suoi cittadini sono solo materia prima, forza lavoro, terra di conquista.
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LA CHIUSURA DELLA TONNARA
Qualche giorno fa il Consiglio dell’Unione Europea, organo esecutivo, ha sanzionato il colonnello Jacques Baud ed altri 11 soggetti (individui e persone giuridiche). Le sanzioni implicano il congelamento dei beni, il divieto a tutti i cittadini e alle imprese dell'UE di mettergli a disposizione fondi, di permettergli attività finanziarie o concedergli risorse economiche, oltre ad un divieto di viaggio. In sostanza ciò equivale a dichiarare la morte civile del cittadino colpito, che non può più accedere legalmente ad alcuna forma reddituale, né pregressa, né nuova, e non può spostarsi.
Due cose vanno sottolineate.
In primo luogo, questa punizione draconiana viene comminata per qualcosa che è precisamente e soltanto un “reato d’opinione”, in quanto non ci sono accuse di reato né penale, né civile.
In secondo luogo, la punizione non viene comminata da un organismo giudiziario, ma da un esecutivo, dunque senza passare attraverso una procedura di accertamento delle eventuali responsabilità.
Incidentalmente – per il piacere di chi si diletta di queste cose – questa forma di intervento è in diretta e manifesta violazione degli articoli 11 e 12 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che recitano rispettivamente:
Articolo 11.1. “Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.”
Articolo 12. “Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.”
Ora, chi pensasse che questa esibizione di arbitrio dittatoriale sia un semplice incidente di percorso, sbaglierebbe di grosso.
Il governo dell’Unione Europea è da tempo il regno del più totale arbitrio.
Pensiamo alla questione della sottrazione dei beni russi congelati. Questa palese violazione del diritto internazionale non è avvenuta (per il momento) solo per una congiuntura fortuita, ovvero la presenza negli USA di un presidente che ha altri piani per quei fondi e la presenza in Belgio – il paese finanziariamente più coinvolto – di un primo ministro dotato di un minimale buon senso. Per inciso, per questo atteggiamento prudente il premier Bart De Wever - nonostante goda di un massiccio appoggio popolare – è stato aggredito dalla stampa belga con accuse di filoputinismo. Le conseguenze a catena di una tale violazione macroscopica del diritto economico sarebbero potenzialmente devastanti e lo sono tanto più in quanto l’UE ha come ultimo residuo asset sul piano internazionale il fatto di essere una superpotenza finanziaria con una moneta stabile.
La von der Leyen è quella presidentessa che è stata eletta per un secondo mandato dopo aver bruciato decine di miliardi di fondi europei in un contratto privato e secretato via sms con la Pfizer. Ergo, il suo modo di agire arbitrario è stato benedetto dall’UE in toto.
L’UE è quell’organismo che ha portato al macello l’industria europea per seguire, pro tempore, le lobby green (che ovviamente nulla c’entrano con l’ecologia), salvo poi rendersi conto di quanto decine di esperti avevano detto immediatamente, ovvero che gli obiettivi di elettrificazione a tappeto erano astratti ed irrealistici (oltre che inutili per i fini che ufficialmente si proponevano, in assenza di accordi con il resto del mondo industrializzato).
L’UE è quell’entità multinazionale che sta aprendo un’agenzia d’intelligence sotto il diretto comando di chi presiede pro tempore la commissione (ora von der Leyen), come se fosse un capo di governo nazionale, democraticamente eletto.
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SFONDONE SOCIAL DI TAJANI SUL DIETROFRONT GREEN UE: "CON QUALE FACCIA TOSTA?!" | Bianchi e Duranti
https://youtu.be/9kqADdLnlnI?si=xD1tdm86aZBbiKmy
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Israele, Russia e Thailandia: Bangkok, nuovo crocevia della guerra economica
Negli ultimi mesi è emerso un quadro sorprendentemente coerente: la Russia, isolata dalle forniture occidentali dopo l’invasione dell’Ucraina, ha costruito una rete di approvvigionamento alternativa nel Sud-Est asiatico. Al centro di questa rete c’è la Thailandia, divenuta uno snodo per la manutenzione e il rifornimento di componenti aeronautici necessari a mantenere operativa la flotta civile russa.
Bangkok offre ciò che a Mosca serve: uno hub logistico imponente, una posizione geopolitica non allineata e un’industria locale desiderosa di inserirsi in un mercato lasciato scoperto dalle sanzioni. Aziende come Siam Aero o Sky Kingdom — poco note fino al 2024 — hanno registrato incrementi di fatturato sorprendenti, perfettamente compatibili con un boom di esportazioni di ricambi e attrezzature destinate a vettori russi.
Le ispezioni compiute da funzionari statunitensi e le indagini in corso negli USA su individui e società collegate indicano che Washington ha individuato la direttrice thailandese come uno dei corridoi più attivi nell’elusione delle sanzioni. Un ex-agente immobiliare russo-canadese, oggi a capo di un’azienda di ricambi con sede a Bangkok, è uno degli esempi di questa fitta rete di intermediari.
https://it.insideover.com/spionaggio/israele-russia-e-thailandia-bangkok-nuovo-crocevia-della-guerra-economica.html
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DISNEYLAND IN UZBEKISTAN - Le autorità dell'Uzbekistan stanno negoziando con la Disney la creazione di un parco divertimenti a Tashkent. Attualmente il progetto è in fase di approvazione e, se l'idea verrà accettata, a Tashkent sorgerà una vera Disneyland per attirare turisti da tutta l'Asia centrale e dalla Russia. I russi possono entrare in Uzbekistan senza visto.
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Il Giappone ha annunciato un obiettivo quinquennale per progetti imprenditoriali per un totale di 19 miliardi di dollari nell'Asia centrale, mentre Tokyo compete per l'influenza nella regione ricca di risorse.
L'annuncio è arrivato dopo che il Primo Ministro Sanae Takaichi ha ospitato un vertice inaugurale con i leader di cinque nazioni dell'Asia centrale - Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan - a Tokyo.
Come gli Stati Uniti e l'Unione Europea, il Giappone è attratto dalle risorse naturali della regione nel tentativo di diversificare le forniture di terre rare e ridurre la dipendenza dalla Cina.
"È importante per l'Asia centrale, benedetta con abbondanti risorse e fonti energetiche, espandere il suo accesso ai mercati internazionali", ha dichiarato il comunicato.
I leader hanno concordato di ampliare la cooperazione riguardo alla "Rotta di Trasporto Internazionale Trans-Caspica", una rete logistica che collega l'Europa senza passare attraverso la Russia.
(Fonte: Japan Times - Tramite Laura Ruggeri)
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Roma, all’evento con Angelo d’Orsi solo posti in piedi: “Mattarella esonda..”
di Gianluca Roselli
La sala è piena, tanto che mancano le sedie e molti stanno in piedi. Il pubblico ascolta in silenzio, ride e applaude. Siamo distanti anni luce da quei giorni di novembre a Torino dove un incontro cui avrebbe dovuto partecipare Angelo d’Orsi fu cancellato, perché lo storico è stato considerato troppo “putiniano”. A Roma, al Centro Congressi Cavour, la sala è gremita, anche se c’era da aspettarselo visto che l’incontro è organizzato dall’Istituto di cultura e lingua russa. Il cui presidente, Leonardo Fredduzzi, di fronte all’overbooking ammette: “Abbiamo sottovalutato l’effetto d’Orsi”. Ed è lo stesso professore a far sapere che per il 26 gennaio è prenotato il palasport di Torino.
Nel pomeriggio si sono proiettati film, sui banchetti ci sono i libri dell’editore russofilo Sandro Teti, molti parlano correttamente il russo. Insomma, qui d’Orsi, in teoria, è tra amici. Ma, dopo Torino, come va con la censura? “La situazione è un po’ migliorata, ma non di molto. Ho subito altri episodi, di recente uno qui a Roma, ma preferisco glissare, domani (oggi per chi legge, ndr) sarò a Napoli e già Carlo Calenda mi si è scatenato contro. Ma ormai il leader di Azione lo considero quasi il mio press agent…”, racconta, sorridendo amaramente, il professor d’Orsi, al suo ingresso, puntualissimo. In sala viene accolto con un lungo applauso. E lui non si sottrae. “Indicarmi come putiniano fa parte di una strategia precisa. Il primo passaggio è normalizzare la guerra, farci credere che sia una cosa normale, quindi bisogno armarsi per fermarla, che già di per sé è un concetto curioso…”, inizia il professore. “Ma per farci digerire la guerra bisogna costruire il nemico, e allora ecco la mostrificazione della Russia e di Putin che, secondo il mainstream, dopo l’Ucraina vorrà papparsi l’intera Europa. Ma la Russia è il Paese più vasto del mondo, che interesse avrebbe ad espandersi ulteriormente?”, si chiede d’Orsi. Che poi arriva all’ultimo passaggio: “Oltre al nemico esterno ne serve poi uno interno, ovvero tutti coloro che non si piegano a questa follia e cercano di usare la loro testa. Diventano subito servi della Russia da eliminare dal dibattito pubblico, come si leggeva qualche giorno fa in un editoriale su Repubblica. Di più: ora si usa anche la parola ‘traditore’. Quindi significa che siamo già in guerra…?”.
In questo quadro c’è pure il voler sminuire il ruolo della Russia nella storia che, ricorda il prof, “ha avuto 27 milioni di vittime sovietiche durante il secondo conflitto mondiale”. “Tra cui c’erano anche ucraini però!”, si alza una voce dalla platea. “Certo che c’erano ucraini e infatti ho parlato di vittime sovietiche!”, s’inalbera d’Orsi. Il pubblico è attento, dalla sua parte, ma non prono.
Poco prima lo storico si è fermato coi cronisti. “Mattarella continua ad andare molto oltre il suo ruolo, non è più super partes ma attore politico, fa il ministro degli Esteri. Capisco che l’inconsistenza di Tajani invogli, ma dovrebbe contenersi…”, sostiene il professore. Secondo cui le trattative in corso grazie all’iniziativa di Donald Trump “pur con tutti i limiti rappresentano l’unica speranza per giungere a una pace e l’Europa non deve boicottarle”. Ai suoi occhi, però, da parte europea la decisione di non utilizzare gli asset russi “è stata una scelta saggia perché usarli avrebbe provocato disastri economici e politici”. Poi una riflessione su Limes. “Ho sempre considerato Lucio Caracciolo un moderato. Additarlo come un estremista filorusso mi sembra un segnale evidente dell’imbarbarimento del mondo giornalistico: al contrario del passato, ora sono i media, giornali e tv, a dare la linea alla politica e questo può avere effetti devastanti…”.
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Tucker Carlson: sorry, Il più importante alleato degli Usa in Medio Oriente non è israele
https://it.insideover.com/politica/tucker-carlson-sorry-il-piu-importante-alleato-degli-usa-in-medio-oriente-non-e-israele.html
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🇺🇸🇻🇪🇵🇦🇨🇳 I PIRATI DEI CARAIBI
La Guardia Costiera statunitense, supportata dal Dipartimento della Difesa, ha condotto un'operazione di abbordaggio prima dell'alba in acque internazionali nel Mar dei Caraibi. Ha fermato la petroliera battente bandiera panamense M/T Centuries, che aveva recentemente caricato petrolio greggio in Venezuela e trasportava fino a 2 milioni di barili destinati alla Cina.
Sebbene la petroliera non fosse stata sanzionata, le autorità statunitensi hanno giustificato l'azione sulla base dello status di nave sanzionata del carico e di potenziali problemi di registrazione della bandiera. Il Venezuela ha condannato l'operazione come un atto di "pirateria" e "furto".
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Gli Stati Uniti forniranno a Taiwan missili capaci di colpire la Cina continentale.
Gli Stati Uniti hanno deciso di vendere armi a Taiwan per un valore di 11,1 miliardi di dollari. Questo è stato annunciato dal Dipartimento di Stato. Includono:
- 82 lanciarazzi multipli HIMARS e 420 missili balistici tattici ATACMS;
- 60 obici semoventi e attrezzature correlate;
- veicoli aerei senza pilota Altius e componenti per un altro tipo di UAV;
- sistemi missilistici anticarro Javelin e TOW;
- pezzi di ricambio per elicotteri;
- kit per l'aggiornamento dei missili antinave Harpoon.
▪️ La larghezza dello Stretto di Taiwan, che separa l'isola dalla Cina continentale, è di 130-380 km. E la portata dei missili ATACMS è fino a 300-310 km. Allo stesso tempo, la futura fornitura di missili PrSM per HIMARS consentirà di sparare a una distanza di 500 km a 1000 km e oltre. In altre parole, Taiwan ha acquisito la capacità di lanciare attacchi missilistici sulla Cina continentale.
I missili antinave Harpoon sono anche un'arma potente. La loro gamma di distruzione varia da 120 a 280 km, a seconda della versione del missile. Secondo alcuni dati, questi missili hanno affondato la nave ammiraglia della flotta del Mar Nero, l'incrociatore "Moskva". E in generale, i tipi di armi americane che saranno forniti a Taiwan sono simili a quelli dati all'Ucraina. Gli Stati Uniti hanno tratto alcune lezioni, apportato correzioni e hanno deciso di trasformare l'isola in un "porcospino" in anticipo.
▪️ A sua volta, Taiwan aumenterà la spesa militare nel 2026 al 3,32% del PIL - fino a 30,3 miliardi di dollari. Allo stesso tempo, l'amministrazione Trump chiede che sia aumentata al 10%. L'amministrazione Trump mantiene felice il complesso militare-industriale americano e allo stesso tempo continua a lavorare sul contenimento della Cina.
Questo passo degli Stati Uniti è un'altra indicazione che gli americani di solito non rinunciano ai loro obiettivi strategici. L'annuncio della più grande fornitura di armi a Taiwan è stato fatto sullo sfondo di una retorica conciliatoria con Pechino e di compromessi sul commercio.
Un altro promemoria che le intenzioni e le politiche degli Stati Uniti dovrebbero essere giudicate solo dalle loro azioni.
(Fonte: Elena Panina - Tramite Laura Ruggeri)
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A Kharkiv arresto cardiaco durante una mobilitazione forzata
📢Secondo quanto riportano canali locali ucraini, un uomo avrebbe avuto un arresto cardiaco durante un reclutamento forzato da parte dei commissari militari ucraini. Testimoni riferiscono che sarebbe stato trascinato sull’asfalto verso un furgoncino dei reclutatori e successivamente lasciato a terra.
@tutti_i_fatti
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L'inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff e Jared Kushner hanno presentato ai funzionari del Golfo un piano di ricostruzione da 112 miliardi di dollari per costruire una "metropoli ad alta tecnologia" sui resti di Gaza, ha riportato il Wall Street Journal il 19 dicembre.
La presentazione PowerPoint di 32 pagine, etichettata come "sensibile" e intitolata "Project Sunrise", è stata sviluppata in 45 giorni e, secondo quanto riferito, presentata a funzionari di Qatar, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Turchia.
Il piano prevede di trasformare la Striscia di Gaza in una "metropoli ad alta tecnologia" nel corso dei prossimi due decenni, con quattro fasi di ricostruzione che inizieranno nella parte meridionale di Gaza.
Tuttavia, il piano non specifica dove saranno ospitati due milioni di palestinesi durante il periodo di ricostruzione.
Il blocco imposto da Israele ai materiali per costruire rifugi ha costretto i palestinesi a rifugiarsi in edifici bombardati e tende distrutte.
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Marcello Foa:
EPSTEIN FILES: QUEL DATO SCONVOLGENTE
Cosa emerge dagli Epstein Files di cui è stata rilasciata la prima tranche? Le
fotografie dimostrano, una volta di più, il coinvolgimento di personaggi importanti come Bill Gates e Bill Clinton. Ma in attesa che emerga il materiale più scottante, spicca un dato sconvolgente.
Le ragazzine vittime delle violenze sessuali, di Epstein erano 1200: un numero enorme, tra cui anche una bambina di 11 anni! Dunque c’era un vero e proprio traffico di minorenni.
Una domanda sorge spontanea: com’è possibile che nessuno vedesse bé sapesse? La polizia e la magistratura dov’erano?
Infatti, dai file risulta che i procuratori della Florida, ad esempio, sapevano delle violenze da prima del 2006, ma non hanno fatto nulla. E il New York Times ha scoperto la denuncia di un ex collaboratrice di Epstein, l’artista e scultrice Maria Farmer, che addirittura nel 1996 denunciò all’FBI gli orrori commessi dal finanziere pedofilo suicida ma gli investigatori anziché indagare non le diedero retta e archiviarono. La Farmer fu quindi oggetto di una campagna di maldicenze, fu screditata e isolata, messa all’angolo. Nessuno volle più vedere le sue opere.
Insomma, Epstein godeva di una immunità di fatto perché tanti, troppi potenti erano sotto il suo ricatto ovvero trattasi di gran parte dell’élite che ha governato il mondo occidentale per oltre trent’anni. Quelle che ha determinato i nostri destini . Da rabbrividire.
https://x.com/MarcelloFoa/status/2002412935369359478?s=20
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Un presidente NATO.
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