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🇺🇦🇷🇺 LA RUSSIA CHIEDERÀ MODIFICHE SOSTANZIALI AL PIANO DI PACE IN 20 PUNTI
Fonte: Bloomberg
Il piano di pace concordato da Ucraina e Stati Uniti non contiene punti importanti per la Russia e non risponde a molte domande. Mosca prevede di apportare modifiche significative al piano statunitense in 20 punti per porre fine alla guerra.
Tra le questioni chiave che preoccupano Mosca ci sono:
▪️la mancanza di garanzie per fermare l'espansione della NATO a est e lo status neutrale dell'Ucraina in caso di adesione all'Unione Europea;
▪️non ci sono restrizioni sul numero di forze armate ucraine nel dopoguerra, come richiesto dalla Russia, né chiare garanzie sullo status della lingua russa.
▪️La Russia vuole "chiarezza sulla revoca delle sanzioni e su centinaia di miliardi di dollari di beni statali russi congelati in Occidente".
▪️Tuttavia, il Cremlino considera questo piano come un punto di partenza per ulteriori negoziati, ha affermato una fonte vicina al Cremlino.
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L'esercito venezuelano ha iniziato a distribuire fucili ai civili nei quartieri operai del Paese.
Secondo la Guardia d'onore presidenziale del Venezuela, si tratta della creazione di milizie locali capaci di opporre resistenza armata in caso di invasione straniera.
La distribuzione di armi alla popolazione avviene infatti nel contesto dell’escalation con gli Stati Uniti da quando l’amministrazione Trump ha dispiegato ingenti forze militari in America Latina e ucciso oltre 100 di persone in attacchi militari contro quelle che, a loro dire, sono imbarcazioni adibite al traffico di droga e minacciando attacchi via terra contro lo stesso Venezuela.
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La ragione per cui niente si muoverà nelle coscienze europee, la ragione per cui nonostante in moltissimi vedano l'attuale degenerazione dello stato di diritto, del rispetto dei diritti umani, dell'indipendenza della magistratura, della libertà di stampa ed espressione, ecc., la ragione per cui nonostante tutto questo le indignazioni saranno minoranza e prevarranno quelli che fanno spallucce, è molto semplice.
La maggior parte della popolazione agisce inconsciamente sulla scorta di un meccanismo di pensiero, di un sillogismo vincente, governato dall'informazione tossica.
La premessa materiale del sillogismo è data dalla persuasione che in ogni "altrove" rispetto all'Occidente viga la barbarie, l'oppressione sanguinaria, il dispotismo arbitrario, la legge della giungla. Le teste degli europei - più in generale degli occidentali - sono farcite come tacchini natalizi di luoghi comuni creati ad arte, immagini icastiche, pensierini a manovella: "In Russia ti fanno sparire senza tanti complimenti", "Se non ti piace la nostra libertà di stampa perché non te ne vai in Cina?", "In Iran se non metti il velo ti mettono in galera", "Maduro è un dittatore brutale ed illegittimo", ecc. ecc.
Questo strato di fondo di banalità orecchiate, sciocchezze inventate, fotogrammi senza contesto, spesso pure e semplici leggende metropolitane è coltivato accuratamente nel corso degli anni dalla stampa, che costruisce in questo modo - anche in tempo di pace, anche quando non serve immediatamente - un retroterra di demonizzazione a basso voltaggio di tutto il resto del mondo.
Questo strato deve la sua efficacia proprio al fatto di essere disseminata e alimentata nel lungo periodo, senza l'urgenza di essere usata, come una sorta di sfondo mitologico indiscutibile.
Il cittadino europeo medio non ha la più pallida idea neppure di come si vive alla periferia della sua città, non conosce la vita o i problemi di chi vive sul suo stesso pianerottolo, e tuttavia gli arrivano comodamente a domicilio saldissime certezze intorno a quanto oppressiva e umiliante sia l'esistenza in Cina, in Russia, in Iran, a Cuba, in Venezuela, o in molti altri paesi, paesi enormi, complessi, in cui non ha mai messo piede se non forse per una vacanza in un villaggio turistico.
Una volta che questo sfondo di screditamento e denigrazione è inerzialmente presente nella nostra visione del "mondo altrui", le classi dirigenti occidentali hanno mano libera per le peggio porcate.
Infatti, di fronte a ogni inguardabile schifezza, di fronte ad ogni abuso manifesto, ad ogni ingiustizia sfacciata, si può sempre premere il pulsante mentale dell'ACQUIESCENZA COMPARATIVA:
"Sì, è uno schifo, ma comunque è pur sempre meglio qui che altrove."
"Sì, tutto questo è orribile, ma comunque, con tutti i limiti, siamo fortunati a vivere qua e non altrove."
"Sì, l'ingiustizia impera, ma teniamocela stretta perché l'alternativa sarebbe ben peggiore."
Qui, come in moltissimi altri casi, la responsabilità del sistema mediatico, la criminale complicità del giornalismo mainstream è una volta di più decisiva.
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Il mio intervento di oggi per 100 Giorni da Leoni:
https://www.youtube.com/live/kWN9siNfc9Q?si=mEqA4Zf4roIC-dWP
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L'inutile geopolitica Nato e le guerre che facciamo finta di non vedere
Grecia-Cipro-Israele, sono alleati contro la Turchia (boom di investimenti immobiliari ebraici in Grecia, oltre che militari). Turchia e Israele si confrontano in Siria e a Gaza, Israele vuole altri raid contro Teheran, la Libia, sia di Tripoli che di Bengasi, è sotto controllo militare e navale turco (sospetto l'incidente aereo in cui è morto il capo di stato maggiore libico in Turchia). Qui sia governo che opposizione continuano a ignorare che contiamo sempre di meno sotto casa e nella Nato, pur avendo le basi Usa. E paghiamo per l'Ucraina senza niente in cambio per la sicurezza del Mediterraneo. L'unico asset è l'americana BlackRock che qui ha quote rilevanti di banche e grandi investimenti immobiliari, il vero motivo per cui Trump è "amico" del nostro governo.
Alberto Negri
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Con le opzioni militari ormai esaurite — le forze ucraine vacillano e la Russia mantiene l’iniziativa lungo l’intera linea del fronte — i curatori occidentali di Kiev faranno sempre più affidamento su azioni terroristiche. A Mosca, meno di due giorni dopo l'esplosione dell'auto del generale Fanil Sarvarov, due poliziotti sono morti quando una persona sospetta ha detonato l'ordigno che trasportava. Il terrorismo non e' un tabu' nemmeno per l’Hudson Institute, importante think tank statunitense: invoca apertamente la distruzione del ponte di Krasnoyarsk per paralizzare il traffico ferroviario tra la Russia occidentale e la Siberia orientale. Menti criminali sono all’opera. @LauraRuHK ➡️ https://www.hudson.org/disabling-one-bridge-could-shatter-russias-war-machine-its-not-kerch-luke-coffey-can-kasapoglu
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CARBONE DA RECORD - Il consumo di carbone, considerato il tipo di combustibile fossile più inquinante al mondo, dovrebbe raggiungere su scala globale un livello record di 8,85 miliardi di tonnellate nel 2025.
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Sanzioni ai “filo-russi”, l’ex colonnello svizzero Baud: “Contro di me il metodo Albanese
di Lorenzo Giarelli
Come si scopre di non poter più viaggiare liberamente? O di non potere più usare le carte di credito? Non per una sentenza di condanna, ma per dieci righe di un comunicato della Commissione europea che definisce pericolose, e dunque sanziona alcune persone accusate di fare propaganda per la Russia di Putin. Lo racconta Jacques Baud, ex colonnello svizzero che ha lavorato per le Nazioni Unite e nella Nato, e che un paio di settimane fa è stato sanzionato dall’Ue perché ritenuto filo-russo.
Jacques Baud, come ha scoperto che l’Ue l’ha sanzionata?
L’ho saputo perché venerdì 12 dicembre me lo ha detto un giornalista. Le sanzioni sono state pubblicate lunedì 15 e da quel momento sono valide. Nessuno dell’Unione europea mi ha chiamato. Io sono svizzero ma vivo in Belgio, perciò ho provato a contattare la mia ambasciata, ma non ho trovato alcuna risposta. Neanche dalla Svizzera ho saputo nulla.
In Italia abbiamo avuto l’esperienza di Francesca Albanese, finita sotto sanzioni Usa. Cosa succede a chi è sotto sanzioni?
Non posso usare i conti bancari che ho in Belgio, non posso comprare nulla né prelevare denaro. Non posso lasciare il Belgio. O meglio: potrei tornare in Svizzera, perché è consentito tornare nel proprio Paese, ma io ho qui la mia famiglia e la mia casa e così si crea un paradosso: in Svizzera potrei avere accesso al denaro che ho là, ma poi dovrei stare lì senza più uscire, qui in Belgio ho casa e famiglia ma non ho denaro.
Si aspettava di essere punito?
No, anche perché questo tipo di sanzioni è concepito di solito per chi vive fuori dall’Ue.
Lei ha annunciato ricorso, ma intanto che farà?
Forse chiederò accesso a una misura umanitaria che consente almeno di avere i soldi necessari per la vita quotidiana. Dovrò fare richiesta a un registro in Belgio.
Lei sostiene Putin?
Io non difendo alcuna causa, si tratta di avere una lettura dei conflitti che sia la più onesta e obiettiva possibile. Mi dicono che sono un propagandista, ma ho fatto tutto il possibile per evitare di poter essere accusato. Negli ultimi quattro anni mi hanno cercato molte volte testate russe, per esempio Sputnik, ma io ho sempre rifiutato interviste. Capita che testate russe riprendano miei pensieri, ma non sono io ad aver parlato con loro.
Ha preso soldi dai russi?
Assolutamente, non ho mai ricevuto un rublo. Sono stato in Russia molto prima del conflitto, quando partecipavo a discussioni bilaterali tra Svizzera e Cremlino. Semmai sono stato in Ucraina dopo il 2014, anche perché ero l’unico svizzero ad avere un incarico nella Nato e perciò ho partecipato a diverse missioni.
La preoccupa il clima di censura in Europa?
È un attacco alla libera espressione ed è interessante che cresca proprio ora. La situazione in Europa è peggiorata, ci sono divisioni interne e molti Paesi iniziano a criticare la linea di Von der Leyen. Perciò sono molto attenti a tutto ciò che può destabilizzare.
Crede che il destino della guerra sia segnato?
Non so come finirà, spero in questi tavoli dei negoziati. Ma qualsiasi sia il risultato, sarà in favore della Russia, che lo vogliate o no, che all’Europa piaccia oppure no. La realtà del terreno è la realtà del terreno. L’illusione che la Russia potesse perdere è finita, forse resiste solo nella mente di Kallas e Von der Leyen. Questo spiega l’accanimento, si sentono minacciati da commenti e analisi, fanno la caccia alla disinformazione.
L’Europa però si è sempre fatta vanto di difendere le libertà. Non è più così?
L’altro giorno un giornalista tedesco mi ha detto che poteva comprendere la mia situazione, perché lui è originario della Germania dell’Est. Gli ho risposto che qui è peggio, perché nella Germania dell’Est almeno ti davano qualche giorno di preavviso prima di toglierti tutto. Io sono stato sanzionato con dieci righe di spiegazione e senza alcuna scadenza per una cosa che non ho fatto.
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Chi punge il porcospino
Di Marco Travaglio
La notizia del terzo ufficiale russo che salta in aria a Mosca per un’autobomba in 12 mesi è stata accolta con entusiasmo dai nostri media. Rep: “Colpi spettacolari e omicidi: gli 007 di Kiev dimostrano che lo zar non è invincibile”. Stampa: “Un duro colpo al falso mito dell’invincibilità del regime russo. Ormai anche i militari si sentono indifesi. Inventarsi avanzate inesistenti è sempre più difficile”. Foglio: “Gli occhi di Kyiv. È dal 2014 che Mosca non sa fermare agenti e partigiani”. Questi geni spacciano 300 grammi di tritolo per un trionfo militare, come se la morte di un generale – che sarà subito rimpiazzato da uno uguale e o peggiore – potesse ribaltare la catastrofe delle truppe ucraine, che da due anni perdono 400-500 kmq al mese e cifre spropositate di uomini. E non si accorgono del pericolo che l’Ucraina – trasformata con i nostri soldi, armamenti e 007 in un regime terrorista – sarà per noi europei quando la guerra finirà. Solo allora ci renderemo conto del mostro che abbiamo creato: la classica serpe in seno. Siccome i russi e i filo-russi del Donbass non voteranno più in Ucraina, ma in Russia, il Parlamento e il governo che usciranno dalle urne rischiano di essere i più nazionalisti e filofascisti mai visti dal 1944 (quando gli ucraini dell’Ovest stavano con Hitler). E non sarà Putin, che ha sempre 6 mila testate nucleari per tenerla a bada, ma l’Europa a guardare con terrore alla “nuova” Ucraina, tantopiù se avrà commesso pure l’errore di farla entrare nell’Ue. E saremo noi, non Mosca, a pretendere che Kiev sia meno armata possibile. Altro che il “porcospino d’acciaio” di cui vaneggiano Ursula, Kallas e altri simili decerebrati.
Purtroppo però sarà impossibile rintracciare tutte le armi che abbiamo regalato senza controlli, raccontandoci che erano per l’eroica resistenza popolare: scopriremo che il grosso l’hanno inguattato squadroni della morte neri come la pece (i battaglioni Azov, Dnipro ecc.), o rivenduto governanti e oligarchi corrotti, o dirottato milizie mercenarie a chi offre di più. Senza contare che i Servizi ucraini sono fuori dal controllo della Nato e spesso anche del governo: gli attentati ai gasdotti NordStream e alle petroliere nel Mediterraneo, il sostegno all’Isis in Africa, gli assassinii di Darya Dugina, giornalisti sgraditi, oppositori politici e presunti collaborazionisti. Tutti delitti impuniti, dentro e fuori dai confini, su cui né la Nato né l’Ue hanno mai chiesto spiegazioni. Se e quando finirà la guerra, partiranno le provocazioni e i false flag per violare la tregua e ritrascinarci nel conflitto. Ma anche le vendette contro chi avrà costretto Kiev a cedere ciò che aveva perduto. E chi verrà punto per primo dal porcospino d’acciaio con gli aculei pagati da noi? Ricchi premi a chi indovina.
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🇹🇷 🇱🇾 ‼️ - Ufficialmente Confermato: Il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate del Governo di Unità Nazionale a Tripoli, Muhammad al-Haddad, è appena morto in un incidente aereo in Turchia.
Era andato in Turchia in precedenza per discutere della cooperazione con l'esercito turco nella lotta al "terrorismo".
Muhammad al-Haddad era il leader delle forze GNA che combattevano contro l'ISIS nella Battaglia di Sirte nel 2016.
Anche il suo consigliere, il Capo di Stato Maggiore delle forze di terra, e il Direttore della Produzione Militare sono morti nell'incidente aereo.
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Definisci "povero imbecille".
Comunque, se ci avesse mandato la moglie, la cosa sarebbe risultata più credibile.
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Arrestata Greta Thunberg durante una manifestazione a Londra per la Palestina. L'attivista impugnava un cartello con la scritta: "Sostengo i prigionieri di Palestine Action".
#ANSA
Sic transit gloria mundi
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L'OPA DI ISRAELE SUGLI EVANGELICALS AMERICANI
Oltre 1.000 pastori e influencer cristiani statunitensi si sono recati in Israele a metà del mese di dicembre: “il più numeroso gruppo di leader cristiani americani a visitare Israele dalla sua fondazione”, come annota Responsible Statecraft.
Nel pieno del periodo natalizio, prosegue RS, questi pastori hanno aderito a un’iniziativa pagata dal governo israeliano “per una visita di formazione atta a farne degli ambasciatori non ufficiali di Israele nelle loro comunità”.
Una vera e propria operazione politico-diplomatica. Un soggiorno di una settimana che ha portato uno degli ambiti più fedeli al trumpismo – l’elettorato evangelico – nel cuore della Cisgiordania occupata (che i partecipanti continuano a chiamare con i nomi biblici di Giudea e Samaria).
L’itinerario ha ricompreso momenti di preghiera collettiva nel sito archeologico di Shiloh, luogo simbolico per il sionismo religioso, identificato nella Bibbia come sito dedicato al Tabernacolo che custodiva l’Arca dell’Alleanza. In prima fila c’era Mike Evans, fondatore del Friends of Zion Museum di Gerusalemme ed ex membro del comitato consultivo evangelico di Donald Trump durante il suo primo mandato. Evans non ha mai nascosto il proprio ruolo di mediatore politico-religioso: si è attribuito il merito di aver contribuito all’ascesa politica di Benjamin Netanyahu e di aver mobilitato la base evangelica che ha portato Trump alla sua prima vittoria presidenziale.
Davanti ai leader religiosi riuniti, Evans ha chiesto una foto. Non una semplice immagine ricordo, ma – come suggerisce Haaretz – un messaggio politico destinato a Washington. L’obiettivo è chiaro: “avvertire la Casa Bianca che…
https://www.piccolenote.it/mondo/lopa-di-israele-sugli-evangelicals-americani
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Jet con il capo di Stato Maggiore libico scompare dai radar dopo il decollo da Ankara. È precipitato.
L’aereo si è schiantato.
Si erano persi i contatti da diverse ore. Il jet trasportava anche il capo di stato maggiore libico dopo il decollo.
Gli aggiornamenti
https://www.byoblu.com/2025/12/23/jet-con-il-capo-di-stato-maggiore-libico-scompare-dai-radar-dopo-il-decollo-da-ankara/
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🇺🇸 🇺🇸 Il set di dati 8 dei file Epstein mostra che una vittima ha dichiarato che Trump e Epstein l'hanno violentata, e che un autista di limousine ha sentito Trump nel retro parlare con "Jeffrey" di "abusare delle ragazze".
La vittima poi si è "suicidata" nel gennaio 2000 dopo aver denunciato l'incidente.
La polizia non ha creduto che si trattasse di un suicidio.
https://www.justice.gov/epstein/files/DataSet%208/EFTA00020517.pdf
📎 Brian Krassenstein
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27 ANNI: DUE ANNI FA IL VACCINO E LA PERICARDITE, OGGI IL MALORE E LA MORTE PER SIVERT BAKKEN
Malore fatale per Sivert Guttorm Bakken, biatleta della nazionale norvegese.
Nel 2023, a seguito della seconda dose di vaccino Covid, gli era stata diagnosticata la pericardite, che lo aveva costretto ad interrompere l'attività agonistica.
Le agenzie di stampa norvegesi informano che la patologia sviluppata fosse dipesa dall'iniezione anti-covid. Evidentemente in Norvegia se ne ha facoltà, mentre siamo pronti a scommettere che per i nostri la circostanza sarà considerata un dettaglio superfluo.
Il 27enne stava trascorrendo alcuni giorni di riposo in Trentino con alcuni dei compagni di squadra.
Costretto a fermarsi dall'attività agonistica nel 2023, era tornato protagonista in Coppa del Mondo.
https://madshus.com/it-it/blog/p/launching-a-spectacular-comeback-make-sivert-great-again-
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Ieri la conferenza su “Russofilia Russofobia Verità”, già boicottata due volte, si è tenuta a Napoli, protagonisti Angelo D'Orsi e Alessandro DI Battista. Al termine della conferenza una folta claque presente tra il pubblico si è alzata con addosso magliette dell'Ucraina, urlando a squarciagola domande retoriche tipo "Chi vi paga?", cioè domande che non sono tali, ma sono in effetti ingiurie. Alla resistenza di alcuni astanti a questa azione di disturbo, alcuni hanno cominciato a lamentarsi della scarsa democraticità per non aver risposto alle domande (tipo che se ti chiedono "A che ora tua madre smette il turno sul raccordo anulare?" devi rispondere educatamente dandogli un orario - e non invece con una sacrosanta testata sul setto nasale.)
Ora, qui gli organizzatori politici del sabotaggio sono i soliti noti: Radicali, + Europa et similia, ma qui c'è stato anche il sostegno di elementi della comunità ucraina locale. Napoli, come molte altre città italiane ed europee, ospita una folta comunità di profughi ucraini e questo fatto credo sia stato finora sottovalutato nella sua portata.
L'Ucraina ha esportato in questi anni - grazie alle leggi europee che lo consentivano - milioni di propri cittadini in una moltitudine di città europee. Come è emerso da dati sul traffico social, tra gli ucraini, la maggior parte dei più acerrimi sostenitori della prosecuzione ad oltranza della guerra sono proprio ucraini fuggiti all'estero.
Il sostegno degli ucraini alla guerra alberga soprattutto tra gli imboscati all'estero, mentre in patria l'auspicio di una rapida conclusione, anche con sacrifici territoriali, appare maggioritario.
Alla luce della chiusura del conflitto, che potrebbe non essere distante (io scommetterei su una tempistica di 6 mesi), un problema con cui temo avremo a che fare in futuro sarà precisamente la presenza di folti gruppi di nazionalisti ucraini nel cuore di tutte le città europee.
Sono certo che molti cittadini ucraini vorranno soltanto vivere pacificamente, ma la rilevanza di una diaspora di ipernazionalisti - peraltro connessi con l'area con la massima circolazione di armi di contrabbando al mondo - rappresenterà un serio problema. Tutte le comunità all'estero, soprattutto se arrivate insieme in tempi brevi, tendono a costituirsi in associazioni di muto supporto, e la storia ricorda come tali associazioni abbiano un'elevata tendenza ad essere contigue ad organizzazioni a delinquere (questa è la storia della mafia italiana o irlandese negli USA).
Questa guerra, come tutte le guerre, lascerà strascichi di odio e risentimento. Ma avere folti gruppi di nazionalisti (o, diciamolo, senz'altro di simpatizzanti neonazisti), con accesso facilitato ad armi di contrabbando, nel cuore delle maggiori città d'Europa rappresenta un potenziale di rischio enorme.
Tale rischio può prendere sia la forma tradizionale dell'ordinario crimine organizzato, sia quello della fornitura di manodopera spendibile per operazioni alimentate da poteri occulti e servizi segreti. E questa seconda opzione - tutt'altro che inedita - è di gran lunga più pericolosa e probabile della prima.
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13:30
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LA FAMIGLIA NEL BOSCO: SCELTA GIUDIZIARIA SENZA PRECEDENTI
I bambini della “famiglia nel bosco” vivono nella casa famiglia a seguito di un provvedimento del giudice che ne ha disposto l’allontanamento dai genitori. In altri termini, non sono stati allontanati da un contesto abitativo ritenuto poco idoneo, ma dalla loro mamma e dal loro papà.
In questo tipo di strutture, spiega l’avvocato Giaola, normalmente i bimbi vivono insieme alle madri, ma non nel caso di specie, e questa rappresenta un’anomalia significativa considerato che non sono state contestate violenze di alcun genere.
La vicenda sta assumendo i contorni di una violenza di Stato, con lo Stato che si comporta come uno Stato etico e dirigista, commenta Andrea Ruggieri - direttore del Riformista, avvocato, ex deputato berlusconiano - che pure si dice lontano dal modus vivendi dei genitori.
Si consideri che, ad oggi, i genitori hanno accettato l'offerta di una casa tradizionale, l’home schooling da parte di un professionista e le vaccinazioni.
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