Difendersi Ora - Avv. Fusillo

LA CORTE COSTITUZIONALE, IL NOSTRO KRAMPUS La figura leggendaria del Krampus è il demonio che accompagna San Nicola (poi trasformato in Santa Klaus - Babbo Natale) e che rovina le festività dei bambini cattivi. Non è tanto una leggenda, purtroppo, perché ne abbiamo una versione giudiziaria anche da noi in Italia. Per fare le cose in grande, di Krampus ne abbiamo addirittura 13, numero vagamente iettatorio, perché tanti sono i giudici della Consulta il cui nome si legge nell'intestazione della sentenza n. 199/2025. La Corte costituzionale è accorsa questa volta per salvare l'obbligo di vaccinazione contro il Covid-19 imposto agli ultracinquantenni, pena l'esclusione dal lavoro e l'irrogazione di una multa che poi il governo ha avuto il buon senso di cancellare. Se qualcuno stira le cuoia o resta gravemente danneggiato a causa dei vaccini, secondo la Corte non ha di che lamentarsi. Intanto perché ISS e AIFA avevano certificato - all'epoca - che i benefici erano superiori ai rischi, considerazione questa che immagino sia stata di grande consolazione sul letto di morte per i numerosi deceduti da malore improvviso. Ma soprattutto perché i morti e i danneggiati possono contare sul munifico indennizzo della repubblica italiana. Siete morti a causa del vaccino? Niente paura, i vostri parenti prenderanno ben 75mila euro e dall'aldilà potrete rallegrarvi di averli resi ricchi con l'equivalente di poco meno di due stipendi mensili dei saggi giudici della Corte costituzionale. In sintesi, la morte e i gravi danni fisici sono accettabili, purché gli organismi scientifici avessero accertato che i vaccini erano utili per impedire il contagio. Peccato che nessuno degli scienziati pagati dal governo o nessuno dei giudici costituzionali abbia voluto perdere tempo a leggere i foglietti illustrativi dei vaccini dove era scritto a chiare lettere che i sieri non impedivano il contagio. Chissà se anche i figli, i mariti e le mogli dei giudici costituzionali sarebbero contenti di fruire dell'indennizzo apprestato dalla legge se i loro cari dovessero soccombere al solito malore improvviso? Chissà se un giudice che perda un figlio a causa di una miocardite o di un turbo tumore vorrà consolarsi sfogliando i rapporti dell'ISS o pensando ai profitti delle case farmaceutiche? O chiedendosi cosa mai avessero inteso i padri costituenti quando scrissero che "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana." Persona umana, varrà soggiungere, che è titolare di un diritto originario e inviolabile alla proprietà di sé stessa. Questo diritto è stato calpestato e disatteso tante volte da una magistratura che ha ormai perso qualsiasi pretesa al rispetto da parte dei cittadini che la vedono ormai come un'istituzione nemica di cui diffidare sempre. Chissà se qualcuno dei giudici costituzionali, almeno tra quelli che sono stati contrari allo scempio dello stato di diritto e di quell'inutile pezzo di carta che è la costituzione italiana, ha considerato in cuor suo di dimettersi invece di far figurare il suo nome nell'intestazione di una sentenza che segna il punto più basso mai toccato dall'applicazione del diritto nel nostro tristo paese. Alessandro Fusillo