Matteo Brandi - Canale Ufficiale
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Il Nieuport Macchi 17 di Francesco Baracca è atterrato sulla mia libreria ❤️
Continua il Ritorno a Esperia 🇮🇹
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A che servono i centri sociali?
🔴 DIRETTA STASERA ALLE 18:30
A un mese dallo sgombero del Leoncavallo, il Comune di Milano ha prontamente offerto al noto centro sociale un nuovo immobile in via San Dionigi, nel quartiere Corvetto. La risposta degli attivisti è stata tanto sorprendente quanto chiara: "Ci sembra che la proposta non sia all'altezza della storia del Leoncavallo." Di fronte a questo scambio che può apparire surreale, la domanda sorge spontanea: com'è possibile che questi signori abbiano un peso tale da poter pretendere dall'amministrazione di una grande città come Milano tutto quello che vogliono? A che servono davvero i centri sociali?
Ne parliamo nell'appuntamento di oggi di Uno sguardo da Vicino. In diretta, come al solito, dalle 18:30.
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Giù il cappello per i nostri ragazzi di Catania, sempre in prima linea nella battaglia contro criminalità e degrado provocati dall'immigrazione di massa.
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Europeisti: prese a pesci in faccia persino dal loro idolo 🤣
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A dimostrazione del fatto che la motivazione economica non è la principale causa del fatto che in Italia non si fanno più figli.
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L'UE non ha sovranità, è nemica della sovranità.
L'UE non è una nazione, è la tomba delle nazioni.
L'UE non ha un popolo, ha consumatori.
L'UE non è un patria, ha uno spazio economico.
L'UE non vale l'impegno, il tempo o la vita di nessuno.
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Mario Draghi, uno dei protagonisti assoluti del progetto di integrazione europea, oggi, con piglio da verginella, si preoccupa del fatto che la nostra sovranità venga messa a repentaglio dall'impostazione autodistruttiva dell'Ue. La faccia tosta di certa gente è semplicemente insopportabile.
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Giorgetti: "abbiamo scoperto di essere più bravi tra i big nel rispetto delle regole europee" e quindi "non c'è bisogno di correggere una rotta che già gli arbitri ci dicono essere quella giusta."
Vedete, quando noi di Pro Italia vi diciamo che il problema della scarsissima classe politica attuale sta nel suo fanatico servilismo, intendiamo proprio questo. Il ministro dell'economia scelto dal governo Meloni non si discosta dai suoi predecessori: Europa uber alles. Non solo, proprio come tutti quelli che si sono avvicendati al MEF, si bea dei croccantini lanciati da Bruxelles, scodinzolando soddisfatto. Guardate, mamma UE ci ha detto che siamo i più bravi! E presto le agenzie di rating di premieranno!
Che pena, che umiliazione.
Che differenza c'è tra queste parole e quelle che potrebbe pronunciare un Draghi, un Letta o un Prodi?
Esatto: nessuna.
Fare "i bravi", per la baracca europea, significa mettere i "conti in ordine" sopra qualsiasi cosa, sopra lo stato sociale, sopra il benessere dei cittadini, sopra la cura del territorio, sopra le famiglie e le imprese. Tranne, ovviamente, quando si tratta di alimentare guerre altrui, come quella in Ucraina, che lo stesso Giorgetti ci ricorda non essere "gratis".
Basta menzogne: l'unico modo per sopravvivere ai "trattati europei" è quello di strapparli, sempre. Che si tratti di limiti al deficit, patti di stabilità o soldi a strozzo spacciati per denaro a fondo perduto.
Ma questo farebbe un Governo di patrioti. Non di pupazzi.
Matteo Brandi
Presidente Pro Italia
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Giorgetti: "abbiamo scoperto di essere più bravi tra i big nel rispetto delle regole europee" e quindi "non c'è bisogno di correggere una rotta che già gli arbitri ci dicono essere quella giusta."
Vedete, quando noi vi Pro Italia vi diciamo che il problema della scarsissima classe politica attuale sta nel suo fanatico servilismo, intendiamo proprio questo. Il ministro dell'economia scelto dal governo Meloni non si discosta dai suoi predecessori: Europa uber alles. Non solo, proprio come tutti quelli che si sono avvicendati al MEF, si bea dei croccantini lanciati da Bruxelles, scodinzolando soddisfatto. Guardate, mamma UE ci ha detto che siamo i più bravi! E presto le agenzie di rating di premieranno!
Che pena, che umiliazione.
Che differenza c'è tra queste parole e quelle che potrebbe pronunciare un Draghi, un Letta o un Prodi?
Esatto: nessuna.
Fare "i bravi", per la baracca europea, significa mettere i "conti in ordine" sopra qualsiasi cosa, sopra lo stato sociale, sopra il benessere dei cittadini, sopra la cura del territorio, sopra le famiglie e le imprese. Tranne, ovviamente, quando si tratta di alimentare guerre altrui, come quella in Ucraina, che lo stesso Giorgetti ci ricorda non essere "gratis".
Basta menzogne: l'unico modo per sopravvivere ai "trattati europei" è quello di strapparli, sempre. Che si tratti di limiti al deficit, patti di stabilità o soldi a strozzo spacciati per denaro a fondo perduto.
Ma questo farebbe un Governo di patrioti. Non di pupazzi.
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Giorgetti: "abbiamo scoperto di essere più bravi tra i big nel rispetto delle regole europee" e quindi "non c'è bisogno di correggere una rotta che già gli arbitri ci dicono essere quella giusta."
Vedete, quando noi vi Pro Italia vi diciamo che il problema della scarsissima classe politica attuale sta nel suo fanatico servilismo, intendiamo proprio questo. Il ministro dell'economia scelto dal governo Meloni non si discosta dai suoi predecessori: Europa uber alles. Non solo, proprio come tutti quelli che si sono avvicendati al MEF, si bea dei croccantini lanciati da Bruxelles, scodinzolando soddisfatto. Guardate, mamma UE ci ha detto che siamo i più bravi! E presto le agenzie di rating di premieranno!
Che pena, che umiliazione.
Che differenza c'è tra queste parole e quelle che potrebbe pronunciare un Draghi, un Letta o un Prodi?
Esatto: nessuna.
Fare "i bravi", per la baracca europea, significa mettere i "conti in ordine" sopra qualsiasi cosa, sopra lo stato sociale, sopra il benessere dei cittadini, sopra la cura del territorio, sopra le famiglie e le imprese. Tranne, ovviamente, quando si tratta di alimentare guerre altrui, come quella in Ucraina, che lo stesso Giorgetti ci ricorda non essere "gratis".
Basta menzogne: l'unico modo per sopravvivere ai "trattati europei" è quello di strapparli, sempre. Che si tratti di limiti al deficit, patti di stabilità o soldi a strozzo spacciati per denaro a fondo perduto.
Ma questo farebbe un Governo di patrioti. Non di pupazzi.
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Eh, Donaldone, non è per metterti fretta, ma le famose ventiquattr'ore dal tuo insediamento sono passate da un po'. Sarebbe anche l'ora di forzare la manina a Zelensky e provare a raggiungere un accordo.
Cordialmente,
firmato: chiunque in Italia abbia conservato un minimo di cervello.
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Aumentano le pressioni di Bruxelles su Ungheria e Slovacchia, "colpevoli" di continuare a importare petrolio russo attraverso l'oleodotto Druzhba.
Anche nella follia autolesionista dell'ennesimo pacchetto di sanzioni alla Russia, l'Unione europea non riesce a non mostrare tutta la sua ridicola ipocrisia: i Paesi che comprano petrolio russo direttamente dalla Russia vanno manganellati, quelli che invece lo comprano da turchi e indiani (ben contenti di farsi pagare per la triangolazione) vanno benissimo. Anzi, meritano un applauso per l'adesione cieca e sottomessa al delirio europeo.
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GLI USA POTREBBERO ESPLODERE?
All'indomani dell'omicidio di Charlie Kirk, negli USA è stato osservato un forte aumento delle menzioni del termine “civil war” sui social e nelle ricerche web.
Il tema del possibile scoppio di una guerra civile negli Stati Uniti non è mai andato in soffitta e torna ciclicamente. Parliamo di una nazione con profondissime spaccature sociali, politiche e ideologiche. Spaccature che sono diventati baratri incolmabili.
L'assassinio del noto (e seguitissimo) attivista conservatore ha gettato una secchiata di benzina su un fuoco acceso da tempo. Le reazioni del mondo dem, con milioni di commenti a favore dell'accaduto o riassumibili in "se l'era cercata", hanno nauseato e fatto infuriare l'America profonda.
Il 10 ottobre si è rotto qualcosa. Sono in molti a dirlo, a scriverlo, ad analizzarlo. L'ultimo terreno comune, quello del dibattito, è venuto meno.
Questo significa che vedremo a breve una guerra civile dalla "East coast" alla "West coast"? Questo non è dato saperlo e forse è prematuro. Ma assisteremo certamente a una radicalizzazione ancora più marcata. E all'affermarsi di divulgatori e "influencer" non certo moderati come Charlie Kirk. La rabbia è tanta.
Storici ed esperti già dibattono sui parallelismi con la guerra 1861-1865: c'è chi li nega e chi li vede. Intanto, i sondaggi dicono che circa il 47% degli americani crede che un conflitto interno sia inevitabile. Ed è forse questa la componente più importante: la percezione, il sentimento generale.
Di sicuro non c'è niente. Tranne la montagna di polvere da sparo su cui è conficcata la bandiera a stelle e strisce.
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Milano Centrale.
Salgo sul treno e mi trovo nel mezzo dell'arresto di un borseggiatore.
Algerino.
La risorsa aveva appena rubato il portafoglio a una vecchietta.
Un passeggero assiste con me alla scena e commenta: "tanto entro stasera è fuori".
Italia, 2025.
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Mentre sfreccio verso Torino, sto raccogliendo informazioni e scrivendo la prossima puntata di "Ritorno a Esperia".
Visto che (purtroppo) è un tema di attualità, vi porterò sulle gelide piane russe. Per farvi scoprire quella che venne chiamata "la battaglia degli italiani".
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Oggi sarò ad Agliè (Torino) dalle 15 per l'evento di 100 Giorni da Leoni, alla Sala Polifunzionale Franco Paglia.
Sarà una bella occasione per parlare dal vivo. E oggi è più importante che mai.
🇮🇹
Tutte le info qui.
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ARRIVA L'OCCHIO DI ODINO
L'UE scatena tutta la propria paranoia e attiva il cosiddetto "Occhio di Odino" verso il confine orientale.
Di che si tratta? Il nome "ODIN’S EYE" (acronimo di Multinational Development Initiative for a Space-based Missile Early-Warning Architecture) riguarda lo sviluppo di un sistema spaziale di allerta precoce per missili balistici, ipersonici e armi anti-satellitari. Il progetto, finanziato col Fondo Europeo per la Difesa (EDF) inizia ad essere pensato nel 2021, con una prima tranche di studio da 7,5 milioni di euro, per poi evolvere verso l'attuale ODIN’S EYE II con un investimento di circa 90 milioni di euro.
Chi guida l'iniziativa? I tedeschi. Infatti tutto fa capo alla OHB System AG, con sede a Brema, che coordina un consorzio di 43 aziende di 14 paesi europei. Tra i nomi dei partner spiccano Airbus, Ariane Group, Leonardo, Thales, MBDA. Obiettivo? La sorveglianza spaziale, complementare a quella dei sistemi NATO.
Ma ODIN'S EYE è anche parte del progetto europeo TWISTER (Timely Warning and Interception with Space-based TheatER Surveillance), in cui rientrano tutti i sistemi di difesa dei cieli europei, con radar terrestri e intercettori endo-atmosferici. Questo "Occhio di Odino" sarebbe formato da una costellazione di satelliti dotati di sensori a infrarossi sempre attivi.
La tensione ha appena raggiunto le stelle. In tutti i sensi.
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Notizia sconvolgente: ve l'aspettavate?
(noi no, ma solo perché non sapevamo che si fossero inventati una roba così assurda come un campionato di moto elettriche)
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L'uomo che portò l'Italia nello spazio, il padre dell'astronautica italiana. Un ingegnere che stupì il mondo mandando il tricolore... in orbita.
Vi narrerò le gesta di Luigi Broglio!
Sabato 13 Settembre, alle ore 12, in DIRETTA su No Limits Radio (vi basta andare su http://nolimitsradio.it per ascoltare la diretta).
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"La guerra è pace.
La libertà è schiavitù.
L'ignoranza è forza."
Tutto chiaro, Presidente 👍
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