Giorgio Bianchi Photojournalist
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🇺🇸🇻🇪 Alcune indiscrezioni suggeriscono che gli Stati Uniti potrebbero prepararsi per un'operazione significativa.
Presso la base aerea di MacDill, in Florida, sono stati osservati due velivoli AWACS E 3C e un totale di 28 velivoli da rifornimento in volo KC 135R.
La base è posizionata relativamente vicino al Venezuela, il che accresce l'importanza strategica di questa attività.
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| 2 | Basta balle su Byoblu! L’appello di Giorgio Bianchi: “Se non la smettete, tra poco qui è finito tutto”.
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➡️https://www.byoblu.com/2025/12/26/basta-balle-su-byoblu-lappello-di-giorgio-bianchi-se-non-la-smettete-tra-poco-qui-e-finito-tutto/
Giorgio Bianchi non lavora più per Byoblu. Non ha contratti, non prende stipendi, non ha alcun interesse economico a difendere questa televisione.
Eppure ha chiesto di incontrare Claudio Messora per dire pubblicamente quello che pensa delle voci che circolano nell'ambiente del dissenso.
"Mi sono rotto i coj.....!," dichiara senza tanti giri di parole: "da più parti mi arrivano dicerie sui conti bloccati, situazioni torbide... Ma io che ci ho lavorato dentro, che ho girato negli studi, che ho parlato con tutti, non ho uno straccio di elemento per poter parlare male di Byoblu. Neanche uno."
Il problema non è Byoblu. Il problema è il metodo. "Se fossi uomo dei servizi o uno pagato per avvelenare i pozzi," ragiona Giorgio, "pagherei oro per seminare zizzania. Così, oltre a doverti guardare dal fronte nemico, davanti a te, dovresti guardarti anche da quelli che ti stanno dietro. È una cosa folle!".
Un'intervista senza copione, registrata con una telecamera e un calice di vino bianco come unico testimone. Un documento sulla crisi della controinformazione italiana che solleva una domanda: se non applichiamo a noi stessi gli stessi standard che pretendiamo dal mainstream, che credibilità abbiamo?
Giorgio Bianchi racconta la verità del dietro le quinte su Byoblu.
Guarda il video. Verifica ogni parola. Poi decidi tu.
https://www.byoblu.com/2025/12/26/basta-balle-su-byoblu-lappello-di-giorgio-bianchi-se-non-la-smettete-tra-poco-qui-e-finito-tutto/ | 2 566 |
| 3 | C'è un legame stretto fra guerre, riarmo, oro e speculazione finanziaria. Le politiche pubbliche di riarmo hanno generato la bolla dei titoli delle industrie belliche, ma il clima di guerra ha contribuito a determinare anche l'impennata dell'oro, a cui ha contribuito la debolezza del dollaro e del debito Usa, minato dalle ormai insostenibili spese militare americane. La regia di tutte queste operazioni è però la stessa perché le bolle finanziarie avvengono attraverso la creazione di strumenti ormai di largo consumo come gli Etc e gli Etf, prodotti che replicano l'andamento dei titoli del riarmo e dell'oro, assecondandone l'ascesa. Si tratta di prodotti riconducibili per la stragrande maggioranza a Vanguard, BlackRock e State Street, capaci di spingere, molto più di altri fattori, il prezzo dell'oro sopra i 4500 dollari l'oncia, il platino a 2400 e i titoli del settore difesa ad avere un rapporto tra il prezzo e gli utili mediamente a 25 volte. Il capitalismo finanziario di guerra dipende da poteri tutt'altro che nascosti.
Alessandro Volpi
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist | 10 238 |
| 4 | 🇷🇺 Russia, sventato nuovo attacco terroristico ucraino: arrestata una 18enne
A Stavropol, in Russia, questa mattina è stata arrestata una ragazza di 18 anni intenta ad installare un ordigno esplosivo su una delle auto parcheggiate vicino ad una caserma dell’esercito.
I funzionari dell'FSB hanno colto in flagranza la ragazza, la quale ha confessato di aver agito dopo essere stata minacciata e ricattata telefonicamente da ignoti.
Due giorni fa a Mosca due poliziotti sono rimasti uccisi dall’esplosione di un ordigno in circostanze simili. Anche in quell’occasione, secondo gli inquirenti, l’attentatore era stato vittima di “truffatori telefonici”. Con le stese modalità, poco prima, i servizi segreti ucraini, sono riusciti ad uccidere un generale russo.
https://t.me/vn_rangeloni | 8 739 |
| 5 | Una considerazione poco natalizia. Scorrendo i numeri relativi all'economia americana si prova un certo sconcerto. Il Pil nel terzo trimestre cresce del 4,3%, trainato quasi interamente dagli investimenti nell'IA e dal consumi interni, di cui peraltro oltre un terzo è costituito dall'aumento della spesa sanitaria degli americani. A fronte di questo però il debito privato e il debito pubblico negli Stati Uniti hanno raggiunto livelli record: quasi 34 mila miliardi il debito privato e oltre 38 mila miliardi di dollari quello pubblico. La domanda, inevitabile, è fino a quando questi debiti saranno saldati? Sul versante privato, il debito immobiliare ha già superato i 13 mila miliardi e la sua finanziarizzazione rischia una nuova crisi subprime, mentre i redditi dei ceti medio bassi non tengono da tempo il passo dell'inflazione. Anche nell'ultimo trimestre sono cresciuti meno dell'aumento dei prezzi. Un'altra parte importante poi di quel debito da 34 mila miliardi è in capo alle imprese americane che non possono contare sulla liquidità e sui rendimenti di cui godono le società finanziarie. Quindi, di nuovo, chi pagherà il debito? Del debito federale si è scritto tanto, ed è certo che senza gli acquisti cinesi, delle petromonarchie e dei Brics, la sola Europa e le stable coin sono insufficienti, soprattutto se la Federal Reserve non può fare ricorso al suo storico signoraggio per la crisi del dollaro. Va aggiunta una considerazione non irrilevante. Sul debito gli americani basano quei consumi che hanno retto finora il Pil e che forniscono un mercato alle merci di altri paesi, a cominciare da Italia e Germania. Ma se neppure il trasferimento dei risparmi degli ossequiosi europei non basta, allora è necessario per gli Usa che l'America latina torni il cortile di casa e che le industrie del mondo occidentale vadano a produrre in Usa, mentre il gas americano deve essere la principale fonte di approvvigionamento in giro per il mondo e la bolla finanziaria deve continuare a crescere per evitare un'esplosione non governabile. Tutte condizioni molto difficili del resto già evidenti. Negli Stati Uniti ci sono 43 milioni di studenti che hanno un debito di 1650 miliardi di dollari per frequentare i loro corsi: in pratica dovranno lavorare per anni per ripagarlo.
Alessandro Volpi
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist | 19 440 |
| 6 | Dal “vaccinatevi per salvare il nonno” al “sacrificatevi” in guerra “per la salvaguardia dell’UE” il passo è stato breve. | 12 891 |
| 7 | Nel pomeriggio di oggi, tramite un post sui social, l'ambasciata russa a Roma si è espressa in relazione al grave episodio verificatosi a margine dell'incontro di Angelo d'Orsi e Alessandro di Battista organizzato dall'Anpi di Napoli, con provocatori ucraini che hanno interrotto bruscamente l'evento, monopolizzandolo. Ha espresso solidarietà nei confronti dei cittadini italiani vittime di questo tipo di attacchi e ha parlato di "ucrainizzazione" della vita pubblica italiana, con radicalismo e intolleranza crescenti.
Per il tg di la7 - il cui relativo servizio non mostra le immagini coi comportamenti incriminati, che qui invece pubblichiamo - col post, l'ambasciata russa ha messo il cappello sull'evento.
Il nodo della questione non sembra essere lo squadrismo che ha colpito chi stava legittimamente tenendo la conferenza, né il clima segnato da una diffusa russofobia o il timore di un’estensione del conflitto. Problema sono il comunicato dell’Ambasciata e le iniziative di chi si oppone alla guerra. | 13 028 |
| 8 | 🇺🇦🇷🇺 LA RUSSIA CHIEDERÀ MODIFICHE SOSTANZIALI AL PIANO DI PACE IN 20 PUNTI
Fonte: Bloomberg
Il piano di pace concordato da Ucraina e Stati Uniti non contiene punti importanti per la Russia e non risponde a molte domande. Mosca prevede di apportare modifiche significative al piano statunitense in 20 punti per porre fine alla guerra.
Tra le questioni chiave che preoccupano Mosca ci sono:
▪️la mancanza di garanzie per fermare l'espansione della NATO a est e lo status neutrale dell'Ucraina in caso di adesione all'Unione Europea;
▪️non ci sono restrizioni sul numero di forze armate ucraine nel dopoguerra, come richiesto dalla Russia, né chiare garanzie sullo status della lingua russa.
▪️La Russia vuole "chiarezza sulla revoca delle sanzioni e su centinaia di miliardi di dollari di beni statali russi congelati in Occidente".
▪️Tuttavia, il Cremlino considera questo piano come un punto di partenza per ulteriori negoziati, ha affermato una fonte vicina al Cremlino.
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| 9 | 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist | 14 618 |
| 10 | L'esercito venezuelano ha iniziato a distribuire fucili ai civili nei quartieri operai del Paese.
Secondo la Guardia d'onore presidenziale del Venezuela, si tratta della creazione di milizie locali capaci di opporre resistenza armata in caso di invasione straniera.
La distribuzione di armi alla popolazione avviene infatti nel contesto dell’escalation con gli Stati Uniti da quando l’amministrazione Trump ha dispiegato ingenti forze militari in America Latina e ucciso oltre 100 di persone in attacchi militari contro quelle che, a loro dire, sono imbarcazioni adibite al traffico di droga e minacciando attacchi via terra contro lo stesso Venezuela. | 14 326 |
| 11 | Senza commenti.
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| 12 | La ragione per cui niente si muoverà nelle coscienze europee, la ragione per cui nonostante in moltissimi vedano l'attuale degenerazione dello stato di diritto, del rispetto dei diritti umani, dell'indipendenza della magistratura, della libertà di stampa ed espressione, ecc., la ragione per cui nonostante tutto questo le indignazioni saranno minoranza e prevarranno quelli che fanno spallucce, è molto semplice.
La maggior parte della popolazione agisce inconsciamente sulla scorta di un meccanismo di pensiero, di un sillogismo vincente, governato dall'informazione tossica.
La premessa materiale del sillogismo è data dalla persuasione che in ogni "altrove" rispetto all'Occidente viga la barbarie, l'oppressione sanguinaria, il dispotismo arbitrario, la legge della giungla. Le teste degli europei - più in generale degli occidentali - sono farcite come tacchini natalizi di luoghi comuni creati ad arte, immagini icastiche, pensierini a manovella: "In Russia ti fanno sparire senza tanti complimenti", "Se non ti piace la nostra libertà di stampa perché non te ne vai in Cina?", "In Iran se non metti il velo ti mettono in galera", "Maduro è un dittatore brutale ed illegittimo", ecc. ecc.
Questo strato di fondo di banalità orecchiate, sciocchezze inventate, fotogrammi senza contesto, spesso pure e semplici leggende metropolitane è coltivato accuratamente nel corso degli anni dalla stampa, che costruisce in questo modo - anche in tempo di pace, anche quando non serve immediatamente - un retroterra di demonizzazione a basso voltaggio di tutto il resto del mondo.
Questo strato deve la sua efficacia proprio al fatto di essere disseminata e alimentata nel lungo periodo, senza l'urgenza di essere usata, come una sorta di sfondo mitologico indiscutibile.
Il cittadino europeo medio non ha la più pallida idea neppure di come si vive alla periferia della sua città, non conosce la vita o i problemi di chi vive sul suo stesso pianerottolo, e tuttavia gli arrivano comodamente a domicilio saldissime certezze intorno a quanto oppressiva e umiliante sia l'esistenza in Cina, in Russia, in Iran, a Cuba, in Venezuela, o in molti altri paesi, paesi enormi, complessi, in cui non ha mai messo piede se non forse per una vacanza in un villaggio turistico.
Una volta che questo sfondo di screditamento e denigrazione è inerzialmente presente nella nostra visione del "mondo altrui", le classi dirigenti occidentali hanno mano libera per le peggio porcate.
Infatti, di fronte a ogni inguardabile schifezza, di fronte ad ogni abuso manifesto, ad ogni ingiustizia sfacciata, si può sempre premere il pulsante mentale dell'ACQUIESCENZA COMPARATIVA:
"Sì, è uno schifo, ma comunque è pur sempre meglio qui che altrove."
"Sì, tutto questo è orribile, ma comunque, con tutti i limiti, siamo fortunati a vivere qua e non altrove."
"Sì, l'ingiustizia impera, ma teniamocela stretta perché l'alternativa sarebbe ben peggiore."
Qui, come in moltissimi altri casi, la responsabilità del sistema mediatico, la criminale complicità del giornalismo mainstream è una volta di più decisiva. | 12 437 |
| 13 | Il mio intervento di oggi per 100 Giorni da Leoni:
https://www.youtube.com/live/kWN9siNfc9Q?si=mEqA4Zf4roIC-dWP
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist | 12 600 |
| 14 | L'inutile geopolitica Nato e le guerre che facciamo finta di non vedere
Grecia-Cipro-Israele, sono alleati contro la Turchia (boom di investimenti immobiliari ebraici in Grecia, oltre che militari). Turchia e Israele si confrontano in Siria e a Gaza, Israele vuole altri raid contro Teheran, la Libia, sia di Tripoli che di Bengasi, è sotto controllo militare e navale turco (sospetto l'incidente aereo in cui è morto il capo di stato maggiore libico in Turchia). Qui sia governo che opposizione continuano a ignorare che contiamo sempre di meno sotto casa e nella Nato, pur avendo le basi Usa. E paghiamo per l'Ucraina senza niente in cambio per la sicurezza del Mediterraneo. L'unico asset è l'americana BlackRock che qui ha quote rilevanti di banche e grandi investimenti immobiliari, il vero motivo per cui Trump è "amico" del nostro governo.
Alberto Negri
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| 15 | Con le opzioni militari ormai esaurite — le forze ucraine vacillano e la Russia mantiene l’iniziativa lungo l’intera linea del fronte — i curatori occidentali di Kiev faranno sempre più affidamento su azioni terroristiche. A Mosca, meno di due giorni dopo l'esplosione dell'auto del generale Fanil Sarvarov, due poliziotti sono morti quando una persona sospetta ha detonato l'ordigno che trasportava. Il terrorismo non e' un tabu' nemmeno per l’Hudson Institute, importante think tank statunitense: invoca apertamente la distruzione del ponte di Krasnoyarsk per paralizzare il traffico ferroviario tra la Russia occidentale e la Siberia orientale. Menti criminali sono all’opera. @LauraRuHK ➡️ https://www.hudson.org/disabling-one-bridge-could-shatter-russias-war-machine-its-not-kerch-luke-coffey-can-kasapoglu | 11 398 |
| 16 | CARBONE DA RECORD - Il consumo di carbone, considerato il tipo di combustibile fossile più inquinante al mondo, dovrebbe raggiungere su scala globale un livello record di 8,85 miliardi di tonnellate nel 2025. | 11 294 |
| 17 | Sanzioni ai “filo-russi”, l’ex colonnello svizzero Baud: “Contro di me il metodo Albanese
di Lorenzo Giarelli
Come si scopre di non poter più viaggiare liberamente? O di non potere più usare le carte di credito? Non per una sentenza di condanna, ma per dieci righe di un comunicato della Commissione europea che definisce pericolose, e dunque sanziona alcune persone accusate di fare propaganda per la Russia di Putin. Lo racconta Jacques Baud, ex colonnello svizzero che ha lavorato per le Nazioni Unite e nella Nato, e che un paio di settimane fa è stato sanzionato dall’Ue perché ritenuto filo-russo.
Jacques Baud, come ha scoperto che l’Ue l’ha sanzionata?
L’ho saputo perché venerdì 12 dicembre me lo ha detto un giornalista. Le sanzioni sono state pubblicate lunedì 15 e da quel momento sono valide. Nessuno dell’Unione europea mi ha chiamato. Io sono svizzero ma vivo in Belgio, perciò ho provato a contattare la mia ambasciata, ma non ho trovato alcuna risposta. Neanche dalla Svizzera ho saputo nulla.
In Italia abbiamo avuto l’esperienza di Francesca Albanese, finita sotto sanzioni Usa. Cosa succede a chi è sotto sanzioni?
Non posso usare i conti bancari che ho in Belgio, non posso comprare nulla né prelevare denaro. Non posso lasciare il Belgio. O meglio: potrei tornare in Svizzera, perché è consentito tornare nel proprio Paese, ma io ho qui la mia famiglia e la mia casa e così si crea un paradosso: in Svizzera potrei avere accesso al denaro che ho là, ma poi dovrei stare lì senza più uscire, qui in Belgio ho casa e famiglia ma non ho denaro.
Si aspettava di essere punito?
No, anche perché questo tipo di sanzioni è concepito di solito per chi vive fuori dall’Ue.
Lei ha annunciato ricorso, ma intanto che farà?
Forse chiederò accesso a una misura umanitaria che consente almeno di avere i soldi necessari per la vita quotidiana. Dovrò fare richiesta a un registro in Belgio.
Lei sostiene Putin?
Io non difendo alcuna causa, si tratta di avere una lettura dei conflitti che sia la più onesta e obiettiva possibile. Mi dicono che sono un propagandista, ma ho fatto tutto il possibile per evitare di poter essere accusato. Negli ultimi quattro anni mi hanno cercato molte volte testate russe, per esempio Sputnik, ma io ho sempre rifiutato interviste. Capita che testate russe riprendano miei pensieri, ma non sono io ad aver parlato con loro.
Ha preso soldi dai russi?
Assolutamente, non ho mai ricevuto un rublo. Sono stato in Russia molto prima del conflitto, quando partecipavo a discussioni bilaterali tra Svizzera e Cremlino. Semmai sono stato in Ucraina dopo il 2014, anche perché ero l’unico svizzero ad avere un incarico nella Nato e perciò ho partecipato a diverse missioni.
La preoccupa il clima di censura in Europa?
È un attacco alla libera espressione ed è interessante che cresca proprio ora. La situazione in Europa è peggiorata, ci sono divisioni interne e molti Paesi iniziano a criticare la linea di Von der Leyen. Perciò sono molto attenti a tutto ciò che può destabilizzare.
Crede che il destino della guerra sia segnato?
Non so come finirà, spero in questi tavoli dei negoziati. Ma qualsiasi sia il risultato, sarà in favore della Russia, che lo vogliate o no, che all’Europa piaccia oppure no. La realtà del terreno è la realtà del terreno. L’illusione che la Russia potesse perdere è finita, forse resiste solo nella mente di Kallas e Von der Leyen. Questo spiega l’accanimento, si sentono minacciati da commenti e analisi, fanno la caccia alla disinformazione.
L’Europa però si è sempre fatta vanto di difendere le libertà. Non è più così?
L’altro giorno un giornalista tedesco mi ha detto che poteva comprendere la mia situazione, perché lui è originario della Germania dell’Est. Gli ho risposto che qui è peggio, perché nella Germania dell’Est almeno ti davano qualche giorno di preavviso prima di toglierti tutto. Io sono stato sanzionato con dieci righe di spiegazione e senza alcuna scadenza per una cosa che non ho fatto.
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| 18 | Chi punge il porcospino
Di Marco Travaglio
La notizia del terzo ufficiale russo che salta in aria a Mosca per un’autobomba in 12 mesi è stata accolta con entusiasmo dai nostri media. Rep: “Colpi spettacolari e omicidi: gli 007 di Kiev dimostrano che lo zar non è invincibile”. Stampa: “Un duro colpo al falso mito dell’invincibilità del regime russo. Ormai anche i militari si sentono indifesi. Inventarsi avanzate inesistenti è sempre più difficile”. Foglio: “Gli occhi di Kyiv. È dal 2014 che Mosca non sa fermare agenti e partigiani”. Questi geni spacciano 300 grammi di tritolo per un trionfo militare, come se la morte di un generale – che sarà subito rimpiazzato da uno uguale e o peggiore – potesse ribaltare la catastrofe delle truppe ucraine, che da due anni perdono 400-500 kmq al mese e cifre spropositate di uomini. E non si accorgono del pericolo che l’Ucraina – trasformata con i nostri soldi, armamenti e 007 in un regime terrorista – sarà per noi europei quando la guerra finirà. Solo allora ci renderemo conto del mostro che abbiamo creato: la classica serpe in seno. Siccome i russi e i filo-russi del Donbass non voteranno più in Ucraina, ma in Russia, il Parlamento e il governo che usciranno dalle urne rischiano di essere i più nazionalisti e filofascisti mai visti dal 1944 (quando gli ucraini dell’Ovest stavano con Hitler). E non sarà Putin, che ha sempre 6 mila testate nucleari per tenerla a bada, ma l’Europa a guardare con terrore alla “nuova” Ucraina, tantopiù se avrà commesso pure l’errore di farla entrare nell’Ue. E saremo noi, non Mosca, a pretendere che Kiev sia meno armata possibile. Altro che il “porcospino d’acciaio” di cui vaneggiano Ursula, Kallas e altri simili decerebrati.
Purtroppo però sarà impossibile rintracciare tutte le armi che abbiamo regalato senza controlli, raccontandoci che erano per l’eroica resistenza popolare: scopriremo che il grosso l’hanno inguattato squadroni della morte neri come la pece (i battaglioni Azov, Dnipro ecc.), o rivenduto governanti e oligarchi corrotti, o dirottato milizie mercenarie a chi offre di più. Senza contare che i Servizi ucraini sono fuori dal controllo della Nato e spesso anche del governo: gli attentati ai gasdotti NordStream e alle petroliere nel Mediterraneo, il sostegno all’Isis in Africa, gli assassinii di Darya Dugina, giornalisti sgraditi, oppositori politici e presunti collaborazionisti. Tutti delitti impuniti, dentro e fuori dai confini, su cui né la Nato né l’Ue hanno mai chiesto spiegazioni. Se e quando finirà la guerra, partiranno le provocazioni e i false flag per violare la tregua e ritrascinarci nel conflitto. Ma anche le vendette contro chi avrà costretto Kiev a cedere ciò che aveva perduto. E chi verrà punto per primo dal porcospino d’acciaio con gli aculei pagati da noi? Ricchi premi a chi indovina.
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist | 13 632 |
| 19 | 🇹🇷 🇱🇾 ‼️ - Ufficialmente Confermato: Il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate del Governo di Unità Nazionale a Tripoli, Muhammad al-Haddad, è appena morto in un incidente aereo in Turchia.
Era andato in Turchia in precedenza per discutere della cooperazione con l'esercito turco nella lotta al "terrorismo".
Muhammad al-Haddad era il leader delle forze GNA che combattevano contro l'ISIS nella Battaglia di Sirte nel 2016.
Anche il suo consigliere, il Capo di Stato Maggiore delle forze di terra, e il Direttore della Produzione Militare sono morti nell'incidente aereo. | 10 755 |
