Giorgio Bianchi Photojournalist
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2025 yil raqamlarda

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Il mercato globale dell’intelligenza artificiale vale oggi circa 1.000 miliardi di dollari. Una cifra che racconta l’ascesa rapidissima di una tecnologia diventata centrale per l’economia, la geopolitica e l’immaginario collettivo.
Ma dietro valutazioni stellari e narrazioni eroiche della Silicon Valley esiste un’altra storia. Meno visibile, fatta di sfruttamento.
È la storia del lavoro invisibile che rende possibile l’AI e che ha trovato in Africa uno dei suoi epicentri.
Prima di diventare il chatbot “sicuro” usato da milioni di persone, ChatGPT era capace di produrre testi coerenti ma anche contenuti violenti, sessisti e razzisti, perché addestrato su enormi quantità di dati presi da internet senza filtri etici.
Ripulire manualmente quei dataset era impossibile. La soluzione è stata creare un ulteriore livello di intelligenza artificiale: sistemi di sicurezza capaci di riconoscere e bloccare il linguaggio tossico. Ma per funzionare, anche questi sistemi dovevano prima imparare.
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*Desaparecinema Ep. 52 - Netflix si pappa la Warner Bros. o Trump si pappa Netflix?* ---- Il cinema come lo conosciamo sta per morire? Tipo come quando D’Alema rilasciò 420 concessioni statali per l’apertura di altrettante sale Bingo a discapito delle sale cinematografiche? Oppure come quando provarono a imporre quella cagata del cinema in 3D? (per fortuna non ha mai funzionato) Oppure come quando arrivò la TV, negli anni ’50 ? Oppure come quando iniziò a fare film Nanni Moretti?
Impossibile dirlo, ma è un fatto che in queste settimane nel cuore profondo dell’industria cinematografica mondiale, Hollywood, è scoppiata una vera e propria bomba: l’OPA contro la Warner Bros da parte di Netflix e Paramount. Praticamente Netflix e Paramount cercano di papparsi Beep Beep. Si parla di più di 100 miliardi di dollari, cioè cinque finanziarie di Giorgetti. E non si parla solo di cinema, ma di controllo totale dei media. Di rimodellamento o danneggiamento dell'industria dell'intrattenimento.
Chi divorerà la Warner Bros., allora? La piattaforma woke di Ted Sarandos o quella vicina a Trump che il woke lo odia con tutta l’anima? Ed è vero che il cinema sta per scomparire?
https://www.youtube.com/watch?v=cJvbEsZBRxk
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Il partito al potere in Turchia ha preparato una tabella di marcia strategica per approfondire la cooperazione tra gli stati turchi. Il "Documento della Visione del Mondo Turco" di 198 pagine è stato presentato dal Presidente Erdoğan presso la sede del partito. Erdoğan ha sottolineato la necessità di una più stretta unità tra i popoli turchi. Ha elogiato il ruolo crescente dell'Organizzazione degli Stati Turchi (OTS) nei settori politico, economico e culturale.
Aree di Cooperazione: ▪️Economia: Istituire un Fondo di Investimento e Sviluppo Turco, una Banca di Sviluppo e Ricostruzione del Mondo Turco e persino una valuta digitale ("Turkcoin").
▪️Sicurezza: Creare un Centro Congiunto Antiterrorismo per il coordinamento e l'analisi delle minacce.
▪️Digitale e Tecnologia: Integrare i sistemi di e-government, sviluppare una piattaforma comune di identità digitale e istituire un Centro per l'IA e la Trasformazione Digitale del Mondo Turco.
▪️Istruzione: Lanciare programmi congiunti, curricula condivisi e borse di studio.
▪️Energia: Formare un'Agenzia Energetica del Mondo Turco, far progredire progetti come il Gasdotto Trans-Caspico e creare corridoi energetici.
▪️Altro: Consigli legali, infrastrutture di trasporto e sostegno per la piena adesione della RTCN all'OTS e il suo riconoscimento internazionale.
La visione guiderà la Turchia nell'ospitare il 13° Vertice OTS nel 2026.
La Turchia non fa mistero delle sue ambizioni geopolitiche. Nel Caucaso e in Asia Centrale, sta sfruttando i legami culturali, linguistici e storici con le nazioni turche per espandere la sua influenza. L'Organizzazione degli Stati Turchi (OTS) è una pietra miliare della strategia della Turchia per unire le nazioni di lingua turca e proiettare il suo potere. Sebbene l'OTS non abbia adottato una posizione conflittuale, non si dovrebbe sottovalutare il suo potenziale, data la complessa industria militare della Turchia, l'adesione alla NATO, il soft power e le ambizioni neo-ottomane.
https://www.dailysabah.com/politics/diplomacy/turkiyes-ak-party-envisions-stronger-co-op-with-turkic-world
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Strenuo sostenitore del sionismo e di Israele, avvocato attivo nella difesa dell'entità sionista in consessi internazionali istituzionali, personalità ebraica molto influente, Ostrovsky sarebbe sopravvissuto all'attacco del 7 Ottobre prima che all'attentato terroristico di Bondy Beach. "Non avrei mai creduto di rivivere quei momenti", ha dichiarato.
L'uomo sopravvissuto all'attacco terroristico di Sydney, pronto a scattare un selfie e a rilasciare lucide interviste tutto insanguinato immediatamente dopo essere stato colpito, si chiama Arsen Ostrovsky.
Ostrovsky si è dichiarato altresì un sopravvissuto all'attacco del 7 Ottobre.
Si era trasferito in Australia da solo due settimane; era arrivato nel Paese per assumere il suo nuovo incarico di capo dell'ufficio di Sydney dell'Australia-Israele & Jewish Affairs Council. Leader della comunità ebraica locale, è stato riconosciuto dal Jerusalem Post come uno dei 50 principali leader ebraici del mondo.
Arsen Ostrovsky è un "avvocato internazionale per i diritti umani e analista di politica estera, specializzato in diritto internazionale, antisemitismo e questioni relative al conflitto arabo-israeliano."
È CEO del The International Legal Forum (ILF), una ONG che coordina avvocati e attivisti di tutto il mondo per combattere l'antisemitismo a livello globale e difendere Israele in ambito legale internazionale. È intervenuto all'ONU, al Congresso USA, presso l'europarlamento e in altri numerosi organismi multilaterali.
È Senior Fellow presso il Misgav Institute for National Security and Zionist Strategy e collaboratore regolare di importanti pubblicazioni, incluso Newsweek, dove firma articoli su conflitto, antisemitismo, diritto internazionale e politica estera.
La sua attività, testimoniata da numerosi interventi pubblici e sui social, insiste sul diritto di Israele alla difesa rispetto alle minacce provenienti dal Medio Oriente e sulla necessità di proteggere gli ebrei sotto attacco nel mondo.
https://youtube.com/shorts/rD7WAceItNI?si=l6y8-KeUMID8L_P5
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Gli Stati Uniti stanno preparando nuove severe sanzioni contro la Russia: queste saranno introdotte se Putin respingerà l'accordo di pace sull'Ucraina, secondo Bloomberg.
Secondo l'agenzia, gli Stati Uniti stanno considerando varie opzioni di pressione sanzionatoria sulla Russia, come ad esempio perseguire le navi della flotta ombra e i commercianti che facilitano le operazioni con i prodotti energetici russi. Tali misure potrebbero essere annunciate già questa settimana, tuttavia la decisione finale sulle sanzioni spetta a Trump.
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Unione sovietica europea
Di Marco Travaglio
Nella foga di combattere le autocrazie copiandole, la nostra bella Ue ci ha regalato un’altra perla di liberaldemocrazia: sanzioni a 12 complici della guerra ibrida russa. Tra i fortunati vincitori c’è Jacques Baud, ex colonnello svizzero dell’esercito e dell’intelligence, ex consigliere Onu, uno degli analisti militari più documentati sull’Ucraina: mentre i trombettieri contavano balle e sbagliavano tutto, Baud ne azzeccava parecchie. Quindi o loro o lui. Kaja Kallas, la depensante estone che regge la politica estera Ue, gli ha vietato l’ingresso, congelato i beni e bloccato i conti bancari in tutta l’Unione. Senza che alcun tribunale abbia neppure ipotizzato un reato: semplicemente per le sue idee e analisi, mai smentite da alcuno, sempre confermate dai fatti. La sentenza l’ha emessa la depensante, cioè il potere esecutivo: “Baud è ospite regolare di programmi tv e radio filorussi. Funge da portavoce della propaganda filorussa e di teorie complottiste”. Tipo sulla corresponsabilità della Nato nella guerra, ormai certificata persino da Merkel e Casa Bianca. Ma ecco il seguito della supercazzola: “Baud è pertanto responsabile di azioni o politiche attribuibili (da chi? ndr) al governo della Federazione russa che compromettono o minacciano la stabilità o la sicurezza di un paese terzo (l’Ucraina), o sostiene tali azioni o politiche, tramite la manipolazione delle informazioni e delle ingerenze”. Testuale. Censure e liste di proscrizione di putiniani immaginari non bastano più: servono condanne alla morte civile, come quelle di Usa e Israele alla Albanese per ciò che scrive per l’Onu sulla Palestina. Inutile attendersi proteste o pigolii dalla nostra casta pennuta, che vede minacce alla libertà d’informazione ovunque, fuorché là dove sono.
In simultanea, casomai qualcuno credesse alle coincidenze, quatto firme di Limes annunciano di aver lasciato la rivista fondata e diretta da Lucio Caracciolo: Gustincich, Arfaras, il generale Camporini e il prof. Argentieri (dirigente dell’università americana a Roma “John Cabot”). Motivo: Limes sarebbe “filorussa”. E quando l’hanno scoperto? Argentieri risponde, riuscendo a restare serio, che “la svolta, chiarissima, è del 2004: la Rivoluzione arancione. Da lì in poi Limes assume una postura costantemente diffidente, se non apertamente ostile, verso l’Ucraina”. E lui, pensa e ripensa, ha realizzato appena 21 anni dopo. Camporini ha riflessi più pronti: rimprovera a Caracciolo “il mancato sostegno ai principi del diritto internazionale, stracciati dall’aggressione russa all’Ucraina”. Che fra un po’ compie quattro anni. Ma lui, tra un annuncio di sconfitta russa e l’altro, aveva da fare. Poi è giunta la chiamata dell’Arcangelo Gabriele: “Sturmtruppen, avanti marsch!”.
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L'ambasciata russa a Londra ha reagito alle dichiarazioni del capo di Stato Maggiore della Difesa britannica, Richard Nayton, che ha affermato che la società dovrebbe prepararsi a un potenziale conflitto militare con la Russia: "Riteniamo necessario ricordare alcuni fatti evidenti. La Russia non ha piani, intenzioni o motivi di entrare in conflitto armato con la Gran Bretagna, come la stampa locale sta facendo temere al proprio pubblico. Tutte le insinuazioni sulle "minacce ibride" sono anche completamente infondate".
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Il Mossad, il servizio estero di Israele, è subentrato nelle indagini sul massacro di Bondi Beach a Sydney, dove domenica 15 persone sono rimaste uccise in un attacco contro la comunità ebraica celebrante Hanukkah.
L’intelligence australiana e il Mossad, il servizio estero di Israele, stanno cooperando congiuntamente su due piste.
L’Australian Security Intelligence Organisation sta indagando sulle presunte affiliazioni allo Stato Islamico dei due attentatori, mentre il Mossad, come riportano media israeliani, batte un’altra pista, ben funzionale ai piani strategici di Tel Aviv, cercando di analizzare la possibile mano dell’Iran dietro gli attentati.
Canberra non ha commentato riguardo presunte responsabilità di Teheran ma alcuni elementi portano a dubitare che l’Iran sia coinvolto nell’attentato.
L’intelligence australia sta indagando sul presunto legame di uno dei terroristi con l’Isis ma la cellula centroasiatica (Isis-K) dell’organizzazione terroristica ha colpito duramente l’Iran con violenza in passato mentre non ha mai preso di mira le comunità ebraiche sin qui.
L’Australia inoltre ha smantellato buona parte della presunta rete pro-Teheran dopo la segnalazione di ottobre del Mossad.
Infine, l'aggressore era un wahhabita pakistano che odia gli sciiti e l'Iran.
Le premesse per un invito alla cautela ci sono tutte.
Dopo la guerra di giugno è possibile che a Tel Aviv ci sia chi sta spingendo per una nuova resa dei conti con la Repubblica Islamica nel 2026 e il contesto dei massacri di Sydney può essere una via per materializzarla.
Nel post su X, Natali Morris, co-conduttrice di Redacted News, scrive: “Dovremmo chiederci perché il Mossad sia coinvolto in questa indagine: l’attacco non ha nulla a che fare con Israele. Sarebbe come se un Paese africano indagasse sulla sparatoria al supermercato di Buffalo, New York, perché le vittime erano nere.”
Da InsideOver
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Gli Stati Uniti hanno ucciso otto persone in nuovi attacchi contro imbarcazioni nell'Oceano Pacifico orientale, pochi giorni dopo che l'esercito statunitense ha sequestrato una petroliera venezuelana.
In un post sui social media, il Comando militare meridionale degli Stati Uniti (SOUTHCOM) ha affermato che lunedì 15 dicembre, su ordine del Segretario alla Difesa Pete Hegseth, sono stati effettuati "attacchi cinetici letali" contro tre navi in acque internazionali.
In totale sono state uccise otto persone.
"Tre nella prima imbarcazione, due nella seconda e tre nella terza", ha dichiarato il SOUTHCOM in una nota, pur sostenendo, senza fornire alcuna prova, che le vittime fossero legate al traffico di droga.
Da settembre 2025 almeno 95 persone sono state uccise in attacchi simili da parte degli Stati Uniti contro decine di imbarcazioni nell'Oceano Pacifico e nel Mar dei Caraibi, vicino al Venezuela, in quello che gli esperti di diritto internazionale criticano come esecuzioni extragiudiziali.
#venezuela #us
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Galimberti, spesso insopportabile, questa volta perfetto sul declino delle civiltà.
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Attentati di Baghdad (1950–1951): la tesi dello storico ebreo Avi Shlaim sulla false flag sionista per accelerare l’emigrazione verso Israele
Nel 2023 il settimanale britannico The Spectator ha pubblicato un articolo intitolato “A shocking claim about the Baghdad bombings of 1950 and 1951”, dedicato alle conclusioni dello storico Avi Shlaim sugli attentati avvenuti a Baghdad tra il 1950 e il 1951.
Nell’articolo si riporta la tesi di Shlaim secondo cui alcune delle bombe che colpirono obiettivi della comunità ebraica irachena furono organizzate da una rete sionista clandestina, con lo scopo di seminare paura e accelerare l’emigrazione degli ebrei dall’Iraq verso Israele. Secondo lo storico, tali azioni contribuirono in modo decisivo allo smantellamento di una presenza ebraica millenaria nel paese.
L’articolo presenta questa ricostruzione come il risultato di ricerche archivistiche e testimonianze, sottolineando come essa metta in discussione la narrazione tradizionale degli eventi.
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Giornali filo governativi e finto progressisti associano l'attentato anti ebraico di Sydney all'ondata di proteste in favore della Palestina, nel tentativo di delegittimarle e di fomentare lo scontro di civiltà.
https://youtu.be/M8e1AigdEQc?si=pCfcNYVPNY6AVrbo
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🇺🇲 L'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e sua moglie Hillary rischiano di essere ritenuti responsabili nel caso del maniaco pedofilo Epstein. La coppia ha ignorato la convocazione del Congresso degli Stati Uniti per fornire una deposizione nel caso. La Camera dei Rappresentanti e il Dipartimento di Giustizia stanno valutando la possibilità di formulare accuse e imporre una pena di un anno di reclusione.
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BENI UE CONGELATI IN RUSSIA - Secondo le stime della BCE, gli investimenti europei "congelati" in Russia ammontano a 438 miliardi di dollari. Di questi, 276 miliardi sono investimenti diretti (fabbriche, banche, commercio al dettaglio), 83 miliardi sono prestiti, depositi e finanziamenti commerciali, e 70 miliardi sono investimenti di portafoglio (azioni e obbligazioni). Questi fondi verranno inevitabilmente confiscati dalla Russia come misura di ritorsione, come il Cremlino ha ripetutamente avvertito, se la UE si approprierà dei beni russi congelati in Europa.
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Il “cupio dissolvi” dell’UE: vuole stringere un patto suicida con l’Ucraina.
Sì, tale è la sua disperazione esistenziale che la pulsione autodistruttiva assurge a strategia politica.
A quanto pare, l’adesione dell’Ucraina all’UE entro il 1° gennaio 2027 è stata indicata nell’ultima bozza di una proposta di “pace” che funzionari ucraini ed europei hanno presentato a Washington, secondo quanto riferito al Financial Times da persone informate. https://www.ft.com/content/e50481a3-161c-4002-83e4-cae0be12799e
Sebbene le possibilità che ciò avvenga siano molto scarse — alcuni direbbero vicine allo zero — la proposta è indicativa dello stato mentale di quei leader europei che hanno deciso che l’unico modo per resuscitare l’economia dei loro Paesi sia orientarla verso la guerra con la Russia, cioè verso l’auto‑annientamento.
Perché, sia chiaro: assorbire l’Ucraina, un Paese fallito ma già collaudato come testa di ariete contro la Russia, e confiscare gli asset russi nonostante i danni che una simile mossa infliggerebbe alla credibilità finanziaria dell’UE, rivela la follia di questo azzardo strategico.
La clausola di difesa reciproca dell’Unione Europea, l’Articolo 42.7 del Trattato di Lisbona, stabilisce che se uno Stato membro è vittima di aggressione armata, gli altri Stati membri sono obbligati a fornire aiuto e assistenza con tutti i mezzi a loro disposizione, compresi quelli militari. L’articolo è spesso paragonato all’Articolo 5 della NATO.
Ci sono molte ragioni valide per cui l’Ucraina non viene accettata nella NATO. Qualcuno dovrebbe ricordarlo ai guerrafondai di Bruxelles. In realtà, Vladimir Putin lo ha fatto, quando ha avvertito che se la Russia fosse attaccata direttamente con armi nucleari o tali da comprometterne la normale esistenza, “non rimarrebbe più nessuno per firmare un accordo di pace.” @LauraRuHK
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La follia della Bce. Due note sull'istituto presieduto da madame Lagarde. La prima è costituita dal richiamo che la Bce ha fatto ai governi degli Stati europei a non tassare le banche perché sarebbe estremamente pericoloso per la stabilità dei paesi. Si tratta di un'affermazione davvero incredibile alla luce del fatto che solo le banche italiane hanno realizzato profitti in due anni per circa 100 miliardi di euro. La seconda si riferisce agli interessi sul debito. Al di là dell'esultanza di Meloni e Giorgetti l'Italia paga nel 2025 106 miliardi di interessi sul debito pubblico contro gli 84 miliardi del 2024; una cifra folle dovuta in gran parte alla fine degli acquisti di debito da parte della Bce e dalla sua sostituzione con i grandi fondi internazionali che chiedono interessi più alti. Magari se la Bce svolgesse un ruolo diverso e non lasciasse i paesi nelle mani dei fondi non sarebbe male. Ma è certo che la Bce non è una banca centrale e, dunque, non si muove nell'interesse delle comunità.
Alessandro Volpi
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ALLARME IN GRAN BRETAGNA - I "figli e le figlie" della Gran Bretagna devono essere pronti a combattere contro la Russia, ha dichiarato il Maresciallo dell'Aria britannico, Capo di Stato Maggiore della Difesa delle forze armate del Paese, Richard Nayton. Secondo Nayton, c'è il rischio di un attacco russo alla Gran Bretagna e bisogna informare la popolazione del Paese, "famiglie e nuclei familiari", su come prepararsi a "una serie di minacce fisiche reali".
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